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A proposito della clausola di Osimhen

I vantaggi e gli svantaggi dell’operazione. I 130 milioni di euro in termini di opzione finanziaria sono equivalenti allo Strike Price

A proposito della clausola di Osimhen
Db Napoli 21/02/2024 - Champions League / Napoli-Barcellona / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: esultanza gol Victor Osimhen

Inutile girarci intorno, il mercato del Napoli e il suo prossimo futuro ruotano in gran parte intorno alla clausola Osimhen. La genialata dell’anno passato, con cui la società ha ottenuto un allungamento del contratto di prestazione del giocatore, ha avuto vantaggi e in parte svantaggi.

Lo scopo, abbastanza chiaro, era evitare una cessione a parametro zero di un calciatore in scadenza con ampie richieste di mercato. Lo svantaggio consisteva nella necessità di far crescere il compenso del calciatore, a cifre lontane dallo standard applicato al resto della squadra, pur di inserire una clausola rescissoria nel contratto. Di fatto, il calciatore si garantisce la possibilità di trovare ingaggi ancora superiori e svincolarsi dal corrente contratto, mentre “assicura” alla società di fissare un prezzo di vendita. Quelli che sono più informati dicono che questo prezzo sarebbe fissato alla modesta cifra di 130 milioni di euro.

Questo valore di 130 milioni di euro è fissato tenendo conto della prestazione del calciatore soprattutto durante l’anno dello scudetto e quindi presume che il calciatore possa garantire prestazioni simili nel corso del prossimi campionati.

In ambito finanziario, questa clausola potrebbe essere identificata come una opzione a comperarsi, ossia riscattarsi. Una opzione che la società avrebbe dato al calciatore; e che verrebbe esercitata al momento in cui il calciatore o la sua nuova squadra paghino il prezzo identificato di 130 milioni di euro, che in termini di opzione finanziaria è equivalente allo Strike Price.

Il valore intrinseco e il valore temporale della clausola

Altri elementi individuano e caratterizzano un’opzione finanziaria. Per semplicità, non li consideriamo e chiediamo scusa a tutti gli esperti del settore. Ciò che importa è comprendere che ogni opzione, durante la sua vita, ha un valore. Questo valore si compone di un valore intrinseco, ed un valore temporale. In questo momento, per il caso Osimhen, l’opzione ha solo un valore temporale e non un valore intrinseco. Il suo valore temporale nasce dal fatto che c’è ancora la possibilità che venga esercitata e quindi utilizzata. Il suo valore intrinseco è invece determinato, dal fatto che ci sia la volontà di mercato o prezzo di mercato di pagare almeno un prezzo pari al prezzo strike. In assenza di questa volontà, questa opzione sembra non avere valore intrinseco corrente per chi la detiene e cioè il calciatore.

Tutto questo che conseguenze ha?

1) Qualora ci fosse un acquirente, l’acquirente avrà la sola possibilità di acquisire il calciatore versando allo stesso e quindi successivamente alla SSC Napoli la cifra di 130 milioni di euro.

2) Se il calciatore ha intenzione di trasferirsi in un’altra squadra, è costretto a trovare un acquirente disposto a pagare il Prezzo Strike.

In assenza di queste condizioni nulla viene cambiato, Il Napoli dovrà fare i conti con un ingaggio superiore alle sue normali aspettative e quindi per restare nel suo budget dovrà limitare le spese future sia nella gestione della squadra, che le normali spese societari. Tutto ciò assumendo che i ricavi rimangano immutati.

Solo in un caso conviene accettare contropartita tecnica più cash

Pertanto, si intuisce che, dal punto di vista economico finanziario, la SSC Napoli non ha alcun interesse a sedersi a un tavolo di contrattazione per discutere un prezzo di vendita del calciatore inferiore al Prezzo Strike. Inoltre, è molto probabile che il prezzo sia da pagare in valuta (cash), quindi ogni tipo di offerta che consiste in una combinazione di soldi e contropartita tecnica equivale per la società calcio Napoli a non fare affidamento all’opzione. Sempre dal punto di vista economico finanziario, un eventuale acquisto di Osimhen, tramite l’utilizzo di clausola e una combinazione cash + calciatore, avrebbe una logica economica solamente se il valore monetario e il valore della contropartita fossero superiori ai 130 milioni di euro. Questo perché la contropartita tecnica ha costi di gestione intrinseci. Secondo tale ragionamento, la pista che porterebbe Osihmen al Chelsea o altra squadra tramite uno scambio + cash decade. Per chiarezza, tutto ciò assume che la SSC Napoli si attenga ai termini della clausola, così come contrattualmente concordata.

Di conseguenza, per un’operazione di vendita alternativa alla clausola rescissoria, la decisione della SSC Napoli dovrà essere dettata da altre logiche aziendali: gestione di spogliatoio, gestione ingaggi, gestione tecnica, o gestione costi.

Avendo ascoltato, con soddisfazione, le parole di Antonio Conte riguardo i calciatori con il mal di pancia, sembra quanto mai evidente che il clan Osimhen debba assolutamente trovare un acquirente disposto a pagare lo Strike Price, oppure il calciatore continuerà fornire le sue prestazioni, almeno per un altro anno, alla SSC Napoli. Forse, considerando l’assenza di attaccanti forti, che sono nelle possibilità economiche della società, una situazione temporanea di stallo, potrebbe essere una soluzione ottimale per entrambi.

Chiaramente potremmo essere smentiti domani mattina, perché pacta sunt servada, ma panta rei.

Forza Napoli Sempre

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