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Abodi: «Dopo Euro 2024 mi sarei aspettato da Gravina altri contenuti e una diversa modalità di confronto»

Alla Stampa: «Lo ius soli è un tema che va affrontato, anche se non ritengo prioritarie le implicazioni agonistiche. Lo sport offre belle storie come quella di Yamal»

Abodi: «Dopo Euro 2024 mi sarei aspettato da Gravina altri contenuti e una diversa modalità di confronto»
Roma 16/12/2023 - Atreju: Festa Fratelli d’Italia / foto Image nella foto: Andrea Abodi

Il ministro dello sport Andrea Abodi ha rilasciato un’intervista alla Stampa. Tanti i temi affrontati tra cui l’intervento della politica nello sport, quindi il dl sport, le “minacce” Uefa e Fifa, il ruolo di Gravina e lo ius soli sportivo.

Abodi: «Lo ius soli è un tema che va affrontato»

C’è tensione tra il governo e la Federcalcio. L’opinione del ministro Abodi:

«Si trattava di una lettera (quella inviata da Uefa e Fifa alla Figc, ndr) superata ampiamente dagli eventi, a partire dalla riformulazione dell’emendamento, dei quali l’Uefa era stata messa al corrente. A Berlino ho avuto un confronto franco e pacato con il presidente Aleksander Ceferin: mi ha espresso le sue criticità, gli ho spiegato il nostro punto di vista. Si è trattato di un incontro utile. Interferire nel calcio nazionale? Non scherziamo, vogliamo solo dare una risposta di sistema. Ho ripreso in mano i lavori fatti dai governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni: colori politici diversi, indagini approfondite e sempre volte a dare un indirizzo di insieme all’intero movimento. Noi ci inseriamo in questo contesto, ma vogliamo produrre effetti positivi e in tempi brevi. Non c’è più tempo per il “Gattopardo”».

Sul futuro del calcio italiano dopo l’eliminazione da Euro 2024:
«Mi sembra che la prima mossa sia stata indire le elezioni per il 4 novembre: per riflessione intendevo ben altro. L’emendamento Mulè? È stato approvato dopo una sua significativa riformulazione che ha, di fatto, messo a tacere gli oppositori: stabilire, nell’autonomia della FIGC, che alla Lega di Serie A siano riconosciuti un peso politico e una rappresentanza superiori all’attuale 12% e ai tre membri all’interno del consiglio federale è affermare un criterio di equità e buonsenso. Se ne parla da tre lustri, discutendo, senza approdo, di un riconoscimento a chi contribuisce al benessere del resto del sistema con 130 milioni di euro all’anno di mutualità, versando allo Stato 1,2 miliardi di tasse, delle quali un terzo tornano allo sport attraverso il finanziamento pubblico».

Sulle elezioni federali:
«Il presidente della Federcalcio Gravina ha detto che c’è tempo fino a 60 giorni prima per tirare le somme, ma, come dicevo, al primo Consiglio federale dopo l’eliminazione agli ottavi di finale ad Euro 2024 mi sarei aspettato al centro del campo altre questioni, altri contenuti e anche una diversa modalità di confronto. Se la ripartenza del calcio è questa, non ci siamo…».

Ius soli sportivo? Per Abodi va affrontata la questione

L’Europeo in Germania ha visto salire alla ribalta Lamine Yamal della Spagna, un caso che in Italia, per le norme attuale, non si potrebbe verificare. Rispunta così lo ius soli sportivo:
«È un tema che va affrontato, anche se io non ritengo prioritarie le implicazioni agonistiche. Lo sport è inclusione, coesione ed educazione, un percorso positivo alimentato da passione e impegno. Offre anche l’opportunità di scrivere belle storie come quella di Yamal. Troppi stranieri?. Il problema è culturale: per far crescere i giovani nel modo migliore e individuare i talenti sono necessarie competenza, lungimiranza e coraggio da parte di dirigenti e allenatori. Impariamo dai migliori esempi europei e riprendiamo a investire sulla scuola italiana. Noi metteremo a disposizione nuovi strumenti per incentivarla e valorizzarla».

 

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