Al Giffoni film festival: «Bellingham una sorpresa. Juventus e Napoli? Sono esperienze, non insuccessi. All’Europeo i giocatori con più qualità sono arrivati stanchi»
Carlo Ancelotti è stato ospite al ‘Giffoni Film Festival’, in programma fino al 28 luglio, a Giffoni Valle Piana (Salerno). L’allenatore del Real Madrid, in collegamento video, ha parlato ai tanti giovani presenti in platea toccando vari temi. Tra gli argomenti, naturalmente, il calcio e l’arrivo di Kylian Mbappé al Real Madrid:
«Siamo in preparazione per la nuova stagione. Abbiamo iniziato con pochi giocatori, ma bene o male siamo a buon punto: domani giorno libero (ride, ndr). In un gruppo di lavoro, in cui si sta insieme tutto il tempo e tutti i giorni, andare al di là delle relazioni professionali è importante. Bisogna avere obiettivi comuni, e iniziare da lì il percorso anno per anno. Mbappé? Da qualche parte lo metterò, gli troveremo un posto…».
Ancelotti: «Preferisco il lavoro quotidiano»
Ancelotti ha parlato di presente ma anche di futuro.
«Non so quando smetterò; quando il Real sarà stanco di me, dovrò pensare a cosa fare: sono restìo verso le Nazionali, preferisco il lavoro quotidiano. Il Real è famiglia. Bellingham è stato una sorpresa, ma il merito è della sua genetica. Il campione è tale per genetica, l’allenamento aggiunge ma è la genetica che fa il campione».
Tra gli altri temi toccati, anche il suo passato e l’Europeo.
«Juventus e Napoli? Sono esperienze, non insuccessi. La Spagna ha meritato la vittoria, aveva più talento. E’ stato un Europeo con poca intensità, i giocatori con più qualità sono arrivati stanchi».
Il mister ha offerto la sua visione personale dello sport e del calcio:
«Il calciatore è la figura più nobile e più sana di questo mondo. Questo mondo è complicato, e lo sport è la parte buona di esso. La relazione tra allenatore e calciatore deve essere stabile e profonda. Io sono felice e mi piace molto quello che faccio: allenare. Sto portando avanti la passione che avevo da piccolo, non potendolo fare sul campo, lo faccio dalla panchina. Il calcio mi piace: mi piaceva praticarlo e mi piace ancora di più studiarlo. Non c’è limite ai miglioramenti, lo sport è importante non solo per i grandi professionisti, ma per tutta la comunità. Lo sport insegna soprattutto una cosa, a parte il rispetto o la disciplina: andare oltre i propri limiti».