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Ancelotti: «Quando il Real sarà stanco di me, dovrò pensare a cosa fare: sono restìo alle Nazionali»

Al Giffoni film festival: «Bellingham una sorpresa. Juventus e Napoli? Sono esperienze, non insuccessi. All’Europeo i giocatori con più qualità sono arrivati stanchi»

Ancelotti: «Quando il Real sarà stanco di me, dovrò pensare a cosa fare: sono restìo alle Nazionali»
Real Madrid's Italian coach Carlo Ancelotti lifts the trophy to celebrate the victory at the end of the UEFA Champions League final football match between Borussia Dortmund and Real Madrid, at Wembley stadium, in London, on June 1, 2024. (Photo by Glyn KIRK / AFP)

Carlo Ancelotti è stato ospite al ‘Giffoni Film Festival’, in programma fino al 28 luglio, a Giffoni Valle Piana (Salerno). L’allenatore del Real Madrid, in collegamento video, ha parlato ai tanti giovani presenti in platea toccando vari temi. Tra gli argomenti, naturalmente, il calcio e l’arrivo di Kylian Mbappé al Real Madrid:

«Siamo in preparazione per la nuova stagione. Abbiamo iniziato con pochi giocatori, ma bene o male siamo a buon punto: domani giorno libero (ride, ndr). In un gruppo di lavoro, in cui si sta insieme tutto il tempo e tutti i giorni, andare al di là delle relazioni professionali è importante. Bisogna avere obiettivi comuni, e iniziare da lì il percorso anno per anno. Mbappé? Da qualche parte lo metterò, gli troveremo un posto…».

Ancelotti: «Preferisco il lavoro quotidiano»

Ancelotti ha parlato di presente ma anche di futuro.

«Non so quando smetterò; quando il Real sarà stanco di me, dovrò pensare a cosa fare: sono restìo verso le Nazionali, preferisco il lavoro quotidiano. Il Real è famiglia. Bellingham è stato una sorpresa, ma il merito è della sua genetica. Il campione è tale per genetica, l’allenamento aggiunge ma è la genetica che fa il campione».

Tra gli altri temi toccati, anche il suo passato e l’Europeo.

«Juventus e Napoli? Sono esperienze, non insuccessi. La Spagna ha meritato la vittoria, aveva più talento. E’ stato un Europeo con poca intensità, i giocatori con più qualità sono arrivati stanchi».

Il mister ha offerto la sua visione personale dello sport e del calcio:

«Il calciatore è la figura più nobile e più sana di questo mondo. Questo mondo è complicato, e lo sport è la parte buona di esso. La relazione tra allenatore e calciatore deve essere stabile e profonda. Io sono felice e mi piace molto quello che faccio: allenare. Sto portando avanti la passione che avevo da piccolo, non potendolo fare sul campo, lo faccio dalla panchina. Il calcio mi piace: mi piaceva praticarlo e mi piace ancora di più studiarlo. Non c’è limite ai miglioramenti, lo sport è importante non solo per i grandi professionisti, ma per tutta la comunità. Lo sport insegna soprattutto una cosa, a parte il rispetto o la disciplina: andare oltre i propri limiti».

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