ilNapolista

Berrettini: «Sono tornato ad amare la fatica. Non mi riconoscevo più»

Alla Gazzetta: «Sono stato troppo duro con me stesso. A un certo punto mi allenavo solo perché era il mio lavoro»

Berrettini: «Sono tornato ad amare la fatica. Non mi riconoscevo più»
Italy's Matteo Berrettini serves the ball to Germany's Alexander Zverev during their men's singles tennis match on the sixth day of the 2023 Wimbledon Championships at The All England Tennis Club in Wimbledon, southwest London, on July 8, 2023. (Photo by SEBASTIEN BOZON / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE

Oggi comincia il torneo di Wimbledon e Matteo Berrettini affronterà al primo turno Marton Fucsovics. La sua intervista a La Gazzetta dello Sport.

Berrettini: «Sono stato troppo duro con me stesso, non mi riconoscevo più»

Matteo, cos’ha pensato quando ha visto il sorteggio? [potrebbe affrontare Sinner al secondo turno]

«Che poteva capitare, non essendo testa di serie. Avrei preferito poterlo affrontare un po’ più avanti, ma nel caso sarà un test importante contro un amico, il numero 1 al mondo, un ragazzo che gioca divinamente e sta vincendo tutto. Ma non parlerei del secondo turno visto che devo ancora giocare il primo. I giorni iniziali del torneo sono i più difficili, e Fucsovics è insidioso».

Finalmente può giocarsi questo Slam dal campo, è un traguardo importante frutto di un percorso difficile. C’è qualcosa che è tornato ad apprezzare o ad amare?

Berrettini: «Potrà sembrare strano, ma alla fine sono tornato ad amare la fatica. Il lavoro, il campo. Momenti che componevano la mia vita ma davo per scontati. Ho trovato di nuovo la gioia nell’allenamento. A un certo punto lo facevo per dovere, perché era il mio lavoro e non per scelta. Ora mi diverte trovare nuove soluzioni tattiche, pensare a cosa posso fare meglio invece che preoccuparmi solo di non farmi male e credetemi, è una soddisfazione incredibile».

Si è rimesso in gioco, ha cambiato tutto il team…

«Ho avuto il coraggio di fare dei cambiamenti che non sono mai facili e forse è la cosa di cui vado più orgoglioso. Francisco Roig dal punto di vista tecnico e tattico, dal modo di lavorare, è molto diverso da Vincenzo Santopadre. Quando cominci con una persona nuova, hai nuove spinte, nuovi stimoli, ed è importante perché ti concentri su cose diverse. Ma dal punto di vista caratteriale hanno un sacco di cose in comune. Entrambi sono sbadati, si dimenticano le cose, sono un po’ buffi. E questo è importante per me perché avere un clima un po’ più leggero, soprattutto quando le cose non vanno bene è fondamentale».

Sembra tornato finalmente il Berrettini sorridente di un tempo…

«Non mi riconoscevo più. Ho passato un periodo in cui non ero me stesso. Ho capito quanto io sia duro con me stesso. A un certo punto ero incastrato in un loop in cui pensavo che per uscire da una situazione avrei dovuto per forza essere inflessibile con me stesso. Adesso invece ho imparato a perdonarmi e a non sentirmi in colpa se le cose non vanno bene. Sono diventato più indulgente perché ci sta darsi tempo, aspettare di trovare le energie per ricominciare. Incaponirsi è sbagliato».

Purtroppo non si è qualificato per l’Olimpiade ma stavolta la Davis potrebbe viverla dal campo…

«L’Olimpiade è un rammarico, perché anche nel 2021 avevo dovuto rinunciare per un infortunio rimediato a Wimbledon. Alla maglia azzurra ci tengo e la Davis è sicuramente un obiettivo. I ragazzi sono stati bravissimi a vincerla, vogliamo riprovarci».

ilnapolista © riproduzione riservata