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Bravo Martinenghi, ma il vero Peaty lo avrebbe schiacciato sorridendo (Telegraph)

“E’ finita l’era del suo dominio, un campione magnifico, il migliore che la Gran Bretagna abbia mai avuto”

Bravo Martinenghi, ma il vero Peaty lo avrebbe schiacciato sorridendo (Telegraph)
Italy's Nicolo Martinenghi (L) celebrates with Britain's Adam Peaty after winning the final of the men's 100m breaststroke swimming event during the Paris 2024 Olympic Games at the Paris La Defense Arena in Nanterre, west of Paris, on July 28, 2024. (Photo by Jonathan NACKSTRAND / AFP)

In Inghilterra stanno elaborando lo shock. Martinenghi ha battuto Adam Peaty, chiudendo un’era di convinzioni, di superiorità non apparente, ed anche una storia umana niente male. Il Telegraph scrive che “il Braccio di Ferro della piscina improvvisamente è sembrato umano”. “Ora sono un uomo anziano”, ha detto lui. “I suoi poteri un tempo insuperabili ora calati – continua Oliver Brown –  un nuotatore celebrato per le sue qualità da fumetto, che a un certo punto deteneva i primi 20 tempi nella storia dei 100 metri rana, da solo. Che ha stabilito un record mondiale di 56,88 secondi in un momento in cui nessun altro era mai sceso sotto i 58. Ma quell’era di assurdo dominio è finita definitivamente alla La Defense Arena, con Peaty estromesso da un terzo oro olimpico consecutivo da un italiano non celebrato che un tempo avrebbe schiacciato per divertimento“.

Invece ora tocca celebrarlo, Nicolò Martinenghi. Che per il giornale inglese “si è meritato il suo momento, sfoderando una rimonta notevole con le bracciate disperate finali. Ma il tempo vincente di 59,03 secondi è stato uno di quelli che Peaty avrebbe deriso nel suo periodo migliore. Non dimentichiamo come, a metà dei suoi 20 anni, si era posto l’obiettivo del Progetto 56, che suggeriva un’ambizione al limite dell’illusione. Eppure ci è riuscito nel 2019, infrangendo la barriera dei 57 secondi che era stata ritenuta inespugnabile. In base a quegli standard, il compito che lo attendeva a Parigi sembrava semplice”.

E invece è arrivato Martinenghi. “Il fatto che non sia riuscito a farcela, sbagliando la partenza e non riprendendosi mai, lo ferirà nel profondo”.

Peaty ha solo 29 anni. Non è esattamente pronto per la pensione. “Ma il nuoto è uno sport che premia in modo sproporzionato la prima ondata di giovinezza. Martinighi ha 24 anni e quel divario di cinque anni si è rivelato cruciale nel bilancio finale. All’età dell’italiano, Peaty si sentiva decisamente invincibile, ma quel periodo in cui tutto sembra possibile è fin troppo transitorio”.

Il Telegraph gli rende onore e leggerlo spiega a noi italiani chi sia effettivamente Peaty: “un campione magnifico, la forza più prodigiosa che la Gran Bretagna abbia mai posseduto in piscina. Si è guadagnato il diritto di abbassare di un gradino l’intensità. Un momento di riflessione, in cui si riflette se rinunciare all’unica vita che tu abbia mai conosciuto.

“Anche se di recente ha parlato apertamente dei suoi momenti più bui , parlando di come si sia appoggiato alla sua fede per superare un’insinuante insicurezza, ha mantenuto uno spirito effervescente. Vederlo con gli occhi della mente equivale a immaginarlo mentre esegue quegli assurdi piegamenti sulle braccia, mostrando una tale forza nel suo core che potresti lanciarlo in aria e poi vederlo atterrare nella posizione richiesta con una tecnica perfetta. Si è sempre divertito con questi doni bizzarri. La consapevolezza che potrebbero non essere più sufficienti a mantenerlo al top è difficile da accettare per questo atleta alfa”.

“Peaty ha un ego, ovviamente, e tuttavia sa ancora come perdere con grazia. Il lavoro di Peaty eclissa quello dell’italiano, ma ha comunque elogiato il suo rivale per aver prodotto la nuotata della sua vita quando contava di più”.

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