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Casini: «L’emendamento Mulè riequilibra il sistema. Una Serie A autonoma è un bene per tutti»

Al CorSera: «La serie A versa per legge ogni anno 130 milioni, di cui 13 alla Federazione. Avere organi federali dove la serie A non ha alcun peso è irragionevole».

Casini: «L’emendamento Mulè riequilibra il sistema. Una Serie A autonoma è un bene per tutti»
Db Reggio Emilia 31/05/2022 - finale campionato di calcio Primavera Tim / Roma-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Lorenzo Casini

Lorenzo Casini continua a battersi per una Serie A più autonoma dalla Figc. La sua intervista al Corriere della Sera.

Casini: «L’emendamento Mulè riequilibra il sistema. Una Serie A autonoma è un bene per tutti»

Le dichiarazioni del presidente della Lega Serie A.

Perché l’emendamento al decreto sport, presentato dal vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, di Forza Italia, può rappresentare una svolta storica per il mondo del pallone?

«Avvierebbe finalmente un percorso di riequilibrio del sistema. Sarebbe riconosciuto un giusto ruolo al settore professionistico, con benefici per tutto il movimento di base, come la valorizzazione dei giovani e la tutela dei territori. Siamo lieti dell’attenzione che hanno scelto di dare a questo tema il governo, con il ministro Abodi, e il Parlamento, in Senato con l’indagine conoscitiva che ci ha visto in audizione, e ora alla Camera con quest’emendamento di maggioranza».

L’autonomia a livello statutario e organizzativo oltre a un aumento del peso elettorale in consiglio federale sono le richieste che la Lega di A avanza da tempo. Perché l’esigenza è diventata insopprimibile?

«Lo è sempre stata, ma negli ultimi anni questo paradosso, sintetizzabile nella nota formula “no taxation without representation”, ha mostrato tutti i suoi effetti dannosi. La serie A, oltre a contribuire allo stato con 1 miliardo di euro annuo in carico fiscale, versa per legge ogni anno a tutto il movimento il 10 per cento dei propri introiti da diritti audiovisivi, ossia 130 milioni di euro, di cui 13 milioni di euro sono destinati direttamente alla Federazione. La mutualità è un bene, sia chiaro, e nessuno vuole ridurla, ma avere organi federali dove la serie A non ha alcun peso è irragionevole».

Ottenere l’autonomia dalla federazione aderendo al modello Premier presterebbe il fianco a possibili contenziosi con Uefa e Fifa?

«No, perché l’emendamento chiarisce che le Leghe sono riconosciute a fini sportivi dalla Federazione e non prevede una loro uscita dal sistema federale o dall’ordinamento sportivo internazionale».

Tutte le società sono concordi nel rivendicare questa necessità?

Casini: «Dopo anni di istanze rimaste inascoltate, mesi fa l’assemblea di Serie A ha deciso ben due volte all’unanimità di andare in questa direzione».

Ma alla fine, in caso di approvazione dell’emendamento, non trarrebbero beneficio solo i club ricchi della serie A? 

«Ma no! In Federazione settore professionistico di A e di B è sottorappresentato negli organi. Ciò ha portato spesso a decisioni non equilibrate sulla valorizzazione dei giovani, sulla tutela dei vivai o anche sul calcio femminile. È stata la serie A, per esempio, a voler riformare il campionato Primavera inserendo un obbligo di numero minimo di calciatori convocabili per la nazionale. Un giusto equilibrio dentro gli organi federali, senza mortificare le componenti che alimentano l’intero sistema, ha sempre avuto il solo scopo di migliorare la democrazia e il funzionamento della Figc».

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