A La Stampa: «un protocollo che giustamente dura ore, per un attimo mi ha agitato. Sono fatto così. Il presidente è uomo di sport»
Ceccon l’atleta che ha risposto a Mattarella: «in effetti un po’ di tempo ce l’ha fatto perdere». Lo racconta La Stampa nell’intervista di Giulia Zonca.
Thomas Ceccon è il tipo che quando il presidente della Repubblica, in visita al Villaggio olimpico, dice «scusate se vi ho fatto perdere tempo con l’attesa», risponde «in effetti un po’ sì». Ovviamente è stra-orgoglioso del pranzo istituzionale di fronte a Mattarella, ma nella sua vita fatta integralmente di nuoto e schiettezza l’azzurro ha limato via ogni fronzolo, giri di parole compresi:
«Il presidente è uomo di sport, un vero tifoso, è alla mano, un ragazzo come noi, per questo ci ho riso sopra».
Non sarà che la fissazione per il nuoto peggiora?
«Sono sempre stato fissato, poi sono appena arrivato a Parigi ed è tutto dispersivo. I giapponesi ci avevano sistemato meglio.
Certo è difficile batterli nell’efficienza, ma ogni minuto che tolgo alla preparazione mi sembra perso. Quindi un protocollo, che giustamente dura ore, per un attimo mi ha agitato. Sono fatto così».
Ceccon: «Per vincere serve l’ossessione. Sinner? Stanno esagerando, ne stanno facendo un santo» (Corsera a giugno)
Per rendere l’idea: Thomas Ceccon entra nell’albergo di Parigi per un evento dello sponsor tecnico e la prima cosa che chiede è se l’allenamento all’alba del giorno dopo si terrà nella piscina delle gare olimpiche. La risposta è no, ma fa capire come Thomas non veda l’ora. Ossessionato e consapevole di esserlo. La nostra migliore speranza di medaglie per l’olimpiade di Parigi, il detentore del record mondiale dei 100 dorso, mister polivalenza, si alza, mangia, guarda video motivazionali, va a dormire, si prepara per l’ultimo test prima di Parigi, il Settecolli (al via domani a Roma) pensando «a vincere l’oro ai Giochi».
La sua intervista al Corriere della Sera.
Dice che l’olimpiade è la sua ossessione. Come si fa a gestirla?
«Non si fa. C’è».
Ogni quanto pensa all’olimpiade? Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto?
«Eh, sta diventando ogni minuto, non ci si può far niente. Ogni 50 a dorso dico “questo è il ritorno del cento che farò in finale”, “questo è l’arrivo”, “questa è la partenza”. È un continuo. Capita anche qualche giorno che mi sveglio e non ci penso, però sono molto meno rispetto a quelli che mi sveglio e la mente va subito a quella gara lì».
L’ossessione è necessaria per vincere?
«L’ho sempre avuta, e quando c’è un impegno così… forse sì è necessaria. Dipende anche dalla fase della carriera, io ho 23 anni, è il mio momento».