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Chamizo: «Se rivedo gli arbitri corrotti dovete mantenermi, li meno. La lotta è marcia»

Il campione di lotta a ruota libera: “La federazione mondiale mi ha detto di non parlare. Se li becco, vadano dall’altra parte”. Poi una nota della federazione

Chamizo: «Se rivedo gli arbitri corrotti dovete mantenermi, li meno. La lotta è marcia»
USA's Kyle Douglas Dake (red) wrestles Italy's Frank Chamizo Marquez in their men's freestyle 74kg wrestling bronze medal match during the Tokyo 2020 Olympic Games at the Makuhari Messe in Tokyo on August 6, 2021. (Photo by Jack GUEZ / AFP)

Dice Chamizo che se ribecca gli arbitri corrotti che gli stavano per negare la partecipazione alle Olimpiadi di Parigi, “gli vado addosso, dovete tenermi“. Ai Giochi ci andrà ma quella vicenda non l’ha dimenticata. Il lottatore italiano di origini cubane (due volte vincitore ai Mondiali di lotta libera e bronzo a Rio 2016) aveva mancato la qualificazione dopo un match a inizio aprile a Baku, in Azerbaijan, contro l’azero Turan Bayramov. Era stato clamorosamente penalizzato dagli arbitri, poi sospesi. Aveva denunciato anche di aver subito un tentativo di corruzione per lasciar vincere l’atleta di casa. Aveva poi perso contro l’albanese Chermen Valiev ai quarti di finale dell’ultimo torneo preolimpico, a Istanbul, e non si era qualificato per Parigi. E’ stato ripescato dopo che il Comitato olimpico ha deciso di escludere il russo Sidakov e il bielorusso Kadzimahamedau, per le loro posizioni pro-Putin.

Chamizo, le parole sue e la nota delle federazione

Oggi è tornato a parlare a margine della presentazione della squadra olimpica della Fijlkam. E ha sparato a zero: La federazione mondiale, dopo quello che è successo, mi ha detto di non parlare. Io l’ho gestita con Malagò che mi ha aiutato tantissimo, ma il sistema è marcissimo. Non sono il primo scappato di casa, ho un social con cui posso comunicare, ha avuto un po’ di successo. Ma questa cosa non è successa solo a me, è successo a tanti atleti, ma non hanno mai avuto mai l’opportunità di esprimersi. Magari non hanno il pubblico che ho io, quindi sono stato un po’ trascurati”.

“Se dovessi rincontrare quegli arbitri a Parigi? Mi dovete tenere… Io sono una persona molto schietta e onesta. Quando li vedo tenetemi, perché a questi vado addosso. Loro lo sanno: se li becco, vadano dall’altra parte. Se ci sarà una accortezza da parte della federazione internazionale? Speriamo proprio, già il fatto che loro sono rientrati prima di me è vergognoso”.

La Federazione, colta in contropiede dalle dichiarazioni, ha provato a stemperare con una nota scrive che “le sue riflessioni sono state forzatamente intese in modo aggressivo, mentre – al contrario – volevano esprimere semplicemente la difficoltà del sistema di qualificazione olimpico particolarmente duro nella lotta (solo 3 gare di qualificazione)”.

Questa la nota:

“Frank Chamizo a margine della conferenza stampa di oggi ha rilasciato alcune dichiarazioni che sono state interpretate come fortemente critiche nei confronti della Federazione mondiale di lotta UWW, ma lui dichiara che le sue riflessioni sono state forzatamente intese in modo aggressivo, mentre – al contrario – volevano esprimere semplicemente la difficoltà del sistema di qualificazione olimpico particolarmente duro nella lotta”. Con questo comunicato la Fijlkam prova ad attutire il peso delle parole del lottatore azzurro. “Frank Chamizo ha, inoltre, espresso la convinzione che grazie al duro lavoro, avrà possibilità di mettere a frutto la sua determinazione di rimanere al vertice della disciplina mondiale”, conclude la nota federale.

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