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Contro il Mantova mezz’ora da Napoli di Conte: Anguissa padrone, occhio a Cheddira

Conte ha le sue conferme, da migliorare la gestione del pallone e la resistenza. Simeone si fa male, risentimento all’adduttore sinistro

Contro il Mantova mezz’ora da Napoli di Conte: Anguissa padrone, occhio a Cheddira
Foto dall'account X del Napoli

Buona anche la seconda. Il Napoli archivia velocemente la pratica Mantova (squadra di Serie B), secondo test dell’era Conte. Il Napoli fa tutto nel primo tempo. Parte a razzo (classico delle squadre di Conte). Il primo gol arriva dopo appena cinque minuti e, come un miracolo la mattina di Natale, è Lindstrom a segnarlo.

Il livello si alza. Il Mantova di Possanzini non è l’Anaune. Non tanto perché ad allenarlo c’è un nome che De Laurentiis aveva sondato per il post Mazzarri, quanto piuttosto per il fatto che il Mantova giocherà in Serie B l’anno prossimo. Certo non è il Real, e si vede appena inizia la partita. Ma ha comunque testato la difesa azzurra e qualcosa in più si è visto.

Rispetto all’Anaune, Conte ne cambia tre: in campo subito Cheddira, Natan e Iaccarino. Cajuste infortunato (per lui affaticamento muscolare), salta l’amichevole. Si fa male pure Simeone durante il match, risentimento all’adduttore sinistro.

Un Napoli che parte subito forte, poi la stanchezza fa da padrona

Dopo il primo gol il Napoli ci prende gusto. Ha il piede sull’acceleratore. Cheddira va preso seriamente in considerazione. C’è il suo zampino sia sul secondo gol che sul terzo. Il secondo lo segna Spinazzola ma tutto parte da Mazzocchi (l’esterno opposto) che si accentra, appoggia per Cheddira che fa tre cose. Stoppa, alza la testa e serve Spinazzola che di gran carriera arrivava dalla parte opposta.

Il terzo è un premio all’impegno. Dopo un calcio d’angolo, ancora Spinazzola ci prova da lontano, un rimpallo favorisce il marocchino che si trova la palla a due passi dal portiere avversario. Da lì, il ragazzo ex Bari e Frosinone inizierà un po’ a sparire dalla partita. Ha almeno altre due occasioni per gonfiare il risultato. Ma, complice le stanchezza, le spreca. Meglio adesso che poi.

Se già alla prima si sono viste tracce di “calcio contiano”, con il Mantova si hanno le conferme con qualche plus. Per esempio la costruzione che inizia dal centrale di difesa. Il centrocampista di riferimento si abbassa, il braccetto (o terzo centrale di riferimento) si allarga e l’esterno a tutta fascia si alza. Rrahmani, Anguissa, Rafa Marin e Mazzocchi lo hanno fatto parecchie volte. In fase di non possesso, squadra sempre molto corta.

Anguissa probabilmente ha già il ritmo partita. Altrimenti non si spiega perché Conte lo ha lasciato in campo tutti i 90 minuti. Padrone incontrastato del centrocampo (e ancora non c’è Lobotka). Una prova senza dubbio migliore rispetto all’Anaune. Difende bene, si propone e gestisce la palla con la calma giusta. Uno, due tocchi al massimo. Sulla punta o sull’esterno. Meno bene rispetto alla prima amichevole Politano, visibilmente appannato dalla stanchezza.

Il terzo gol è il segnale per gli uomini in campo che si può rallentare. Non è certo un ordine di Conte però. E infatti appena i ritmi si abbassano, il Napoli soffre qualche imbucata. Il pressing del Mantova porta i suoi frutti e gli Azzurri sbagliano qualche passaggio di troppo. Nel secondo tempo questo aspetto migliora un po’.

Il secondo tempo ha poco da dire. Ritmi da ferragosto in spiaggia. Ma tant’è. Il Napoli ne fa tre, gioca piuttosto bene anche se in campo non ci sono ancora tutti i titolari. C’è senz’altro da migliorare la gestione del pallone e la tenuta fisica.

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