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Di Francisca: «Con Vezzali finimmo quasi alle mani in pedana, l’arbitro era imbambolato»

Il racconto in un’intervista del 2021: “Dal punto di vista umano era una di quelle persone che doveva sempre avere un nemico. La Trillini ci urlava di smettere”

Di Francisca: «Con Vezzali finimmo quasi alle mani in pedana, l’arbitro era imbambolato»
Db Milano 25/07/2023 - Campionati Mondiale Seniores di Scherma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Elisa Di Francisca

Di Francisca: «Con Vezzali finimmo quasi alle mani in pedana, l’arbitro era imbambolato»

Quando uscì il suo libro – era il 2021 – Elisa Di Francisca disse “dovrei nascondermi per un po’: tante persone non saranno contente”. Ed era già orgogliosamente Elisa Di Francisca. Una che parla, prendendosene la responsabilità. Oggi, con espressione un po’ abusata, si dice “mettendoci la faccia”. A corredo Di Francisca diede un’intervista a Io Donna che riproponiamo in alcuni passaggi, perché raccontava perfettamente il clima, la “cattiveria agonistica” della scherma, i rapporti contrastanti che spesso alimentano la competizione e la vittoria. Ne abbiamo scritto qui, a proposito.

Il rapporto con l’allenatore Stefano Cerioni, per esempio. Con cui nel 2013 arrivò quasi alle mani durante una gara a Baden-Württenberg, in Germania: “Mi ha tradito, mi ha fatto soffrire moltissimo con la sua scelta di allontanarsi da Jesi e di trasferirsi in Russia ad allenare. Poi quando, in quella gara, l’ho visto fare complimenti a un’atleta russa non ci ho più visto e mi sono scaraventata su di lui. Le cose le dico sempre in faccia, ma se diventi mio nemico nella vita e mi fai soffrire io ti dichiaro guerra”.

Non mi perdo nei meandri della mente, sono azione pura. Lo sono anche nella vita. L’altro giorno dovevo scegliere una tutina per mio figlio. La commessa discuteva sui modelli. Cosa c’era da discutere? Ne ho preso uno e bene così”. E sulla “miglior nemica” Valentina Vezzali diceva: “È una grande campionessa. Ma non mi interessano più le sue scuse. Dal punto di vista umano era una di quelle persone che doveva sempre avere un nemico. La credevo una leale compagna di squadra, ma quando ha capito che potevo batterla ha iniziato a stuzzicarmi. Dai oggi, dai domani e siamo esplose”.

A Salisburgo nel 2010 gli insulti in pedana: “Mi sono tolta le bretelle e, cosa che non si fa mai, la maschera. Ci siamo dette di tutto, con l’arbitro in bambola e Giovanna Trillini che ci urlava di smetterla. Un po’ come nel film I duellanti di Ridley Scott in cui due ufficiali francesi continuano a sfidarsi tutta la vita. A posteriori mi vergogno di quello spettacolo. Eravamo due sportive, incarnavamo valori positivi. Non siamo state un esempio”.

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