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Diogo Costa, il salvatore del Portogallo: «All’inizio non voleva giocare in porta» (L’Equipe)

Nativo svizzero, non parlava bene il portoghese. «È molto forte mentalmente». Nella fase a gironi in Champions ha parato tre rigori in tre partite

Diogo Costa, il salvatore del Portogallo: «All’inizio non voleva giocare in porta» (L’Equipe)
Francoforte (Germania) 01/07/2024 - Euro 2024 / Portogallo-Slovenia / foto Image Sport nella foto: Diogo Costa

Diogo Costa ha fatto qualcosa di magico ai rigori contro la Slovenia: li ha parati tutti e ha portato il Portogallo ai quarti di finale di Euro2024.

L’Equipe scrive:

Cristiano Ronaldo non è stato l’unico in lacrime. Anche Diogo Costa è scoppiato a piangere quando gli è stato chiesto di commentare le sue gesta dopo la qualificazione della Seleçao ai quarti di finale. Il ventiquattrenne portiere dell’Fc Porto aveva appena offerto una prestazione straordinaria, fermando il 100% dei tiri in porta degli avversari in una sessione in cui non aveva lasciato nulla al caso, proprio quando i portoghesi cominciavano a pensare di essere battuti da una squadra alla loro portata.

Un anno e mezzo fa, la Seleçao è stata eliminata dal Mondiale dal Marocco nei quarti di finale, e Diogo Costa ha avuto una parte di colpa. Era ancora giovane e non furono in molti a biasimarlo, soprattutto perché in quel periodo la mancata presenza di CR7 aveva preso il sopravvento su tutto. Costa ha quindi potuto continuare a crescere con calma, diventando questa volta l’eroe di un intero Paese.

«Certo, avevamo analizzato i tiratori sloveni, ma la verità è che ho seguito l’istinto», ha rivelato a tarda notte, prima di dimenticare il premio di uomo della partita sul podio. «Ho fatto le cose in modo un po’ diverso e le ho fatte bene».

«Diogo Costa è molto forte mentalmente, si vede quando tira i rigori»

Ma non è la prima volta che fa impazzire gli avversari. “Durante la fase a gironi della Champions League 2022-2023, ha parato 3 rigori in 3 partite“. «È molto forte mentalmente, e questo si vede quando tira i rigori», dice Diamantino Figueiredo, preparatore dei portieri che ha lavorato con Costa.  «È sempre in grado di rimanere molto positivo quando si tratta di equilibrio di forze, rimanendo sereno e tranquillo. Non viene necessariamente dalla migliore stagione della sua carriera, ma è molto costante e il suo atteggiamento mentale si è dimostrato anche ieri. Lo si vede regolarmente dal dischetto, visto che con il Porto ne para parecchi. Lo fa perché ha nervi d’acciaio. Per quanto lo riguarda, la pressione è sul calciatore e lui sa come approfittarne».

I guantoni non sono sempre stati nel suo destino. Pochi avrebbero potuto immaginare un simile destino per il nativo di Rothrist, in Svizzera, arrivato in Portogallo all’età di sette anni e non necessariamente destinato a indossare i guantoni. «Non parlava molto il portoghese e non è stato facile per lui inserirsi», ricorda Adilio Pinheiro, fondatore dell’associazione di quartiere Pinheirinhos de Ringe, alla periferia di Porto, dove Costa ha giocato insieme a Vitinha. «Non voleva giocare in porta, così gli ho spiegato che nella mia squadra tutti i giocatori giocano in tutte le posizioni».

 

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