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Esordio alle Olimpiadi amaro per l’Argentina, non basta il gol di Giuliano Simeone altro figlio del Cholo

Dopo 16 minuti di recupero l’Argentina pareggia contro il Marocco 2-2. Ma il gol viene annullato

Esordio alle Olimpiadi amaro per l’Argentina, non basta il gol di Giuliano Simeone altro figlio del Cholo
Argentina's forward #17 Giuliano Simeone celebrates after scoring his team's first goal in the men's group B football match between Argentina and Morocco during the Paris 2024 Olympic Games at the Geoffroy-Guichard Stadium in Saint-Etienne on July 24, 2024. (Photo by Arnaud FINISTRE / AFP)

Esordio amaro per l’Argentina alle Olimpiadi di Parigi. L’Albiceleste perde 1- 2 con il Marocco. In campo, tra le grandi stelle, ci sono Hakimi per il Marocco e Beltran, Julian Alvarez e Otamendi per l’Argentina. Tra l’Albiceleste anche un Simeone, Giuliano. Il fratello di Giovanni Simeone è partito dalla panchina.

Poi, quando la partita si è messa su binari non graditi, l’Argentina ha cambiato modulo facendo entrare il terzogenito del Cholo Simeone. Suo il gol che accorcia le distanze. Il gol del pareggio è stato annullato.

28 anni fa, un altro Simeone segnava durante i Giochi Olimpici. Nel 1996 ad Atlanta segnò proprio Diego Pablo Simeone, attuale allenatore dell’Atletico Madrid. Oggi in Argentina-Marocco è toccato a suo figlio Giuliano. I due diventano anche la prima coppia padre-figlio a segnare all’Olimpiade.

Il calcio maschile oggi apre le Olimpiadi, ma (grazie alla Fifa) non se lo fila nessuno

Il calcio olimpico è uno sport a sé, almeno quello maschile. Uno scarto, come le briciole del pane appena tagliato a fette. Non se lo fila praticamente nessuno. Il torneo comincia oggi, due giorni prima della cerimonia d’apertura dei Giochi. Quello femminile domani. Con il rugby sono gli unici sport-aperitivo, quelli che anticipano le “vere” Olimpiadi.

Il calcio ai Giochi è una creatura un po’ deforme, per tradizione. Nato così per concessione tribolata della Fifa, che non ha mai digerito un’eventuale concorrenza con i Mondiali. Fino al 1984 non potevano giocare i professionisti, poi fu negata la partecipazione ai calciatori che non avevano mai giocato ai Mondiali. Alla fine, dal 1992, il Cio ha allargato (si fa per dire) la platea agli under 23, e poi dal 1996 ai tre fuori quota.

Ed è così che il “grande” calcio apre i Giochi di Parigi, in questa sua versione mignon che muove pochissimo interesse. Messo così rappresenta il capofila di quegli sport per cui le Olimpiadi sono un di più, come il tennis per esempio. Solo che i grandi tennisti ci sono praticamente tutti. Tra i calciatori i “nomi” sono davvero risicati. Il ct della Francia olimpica Thierry Henry ha detto che “l’ultima volta che ho ricevuto così tanti rifiuti è stata all’università”. Perché le Olimpiadi non sono un appuntamento della Fifa e quindi i club possono rifiutare ai propri stipendiati il permesso di rischiare un infortunio per la gloria e poco altro.

I “nomi”, dunque. Ci sono Alexandre Lacazette, Michael Olise, Julián Álvarez, Nicolás Otamendi.  O i freschi vincitori dell’Europeo con la Spagna Alex Baena e Fermín López, ma anche Achraf Hakimi.

E l’Italia? L’Italia proprio non c’è. L’ultima volta s’è qualificata nel 2008, e la sua ultima medaglia è un bronzo nel 2004.

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