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Ganna: «L’Olimpiade mette sullo stesso piano sport che vengono schiacciati dal calcio»

A Repubblica: «Ho dormito per sette giorni davanti al Monte Rosa. Telefono staccato. Sinner? Ci sono limiti oltre i quali il corpo non può andare»

Ganna: «L’Olimpiade mette sullo stesso piano sport che vengono schiacciati dal calcio»
Team Ineos' Italian rider Filippo Ganna celebrates on the podium after winning the 14th stage of the 107th Giro d'Italia cycling race, a time trial between Castiglione delle Stiviere and Desenzano del Garda, on May 18, 2024. (Photo by Luca Bettini / AFP)

Filippo Ganna intervistato da Repubblica. Il ciclista italiano, medaglia d’oro a Tokyo 2020, è pronto per Parigi. Si allena lontano dal Villaggio olimpico insieme a Elisa Longo Borghini che si chiama fuori dal pronostico. Ganna fa lo stesso, non si sente favorito. «No, mai. Tarling, Evenepoel, Van Aert. Quelli forti sono tanti e sono tutti da battere» dice il piemontese, 28 anni ieri. «E per farlo serve la gamba piena, la gara giusta, della vita, non sbagliare nulla».

Ganna: «Non sento il peso dell’Olimpiade»

Mezz’ora abbondante dopo potrebbe essere già il momento della prima medaglia azzurra a Parigi: sente la responsabilità?
«Sento di aver lavorato bene, ma non sento il peso dell’Olimpiade, anzi cerco di viverla come una corsa normale, come una tappa del Giro. La differenza è nell’onore di vestire la maglia azzurra, ed è quello che cambia il valore di un risultato. L’Olimpiade mette sullo stesso piano sport che vengono schiacciati dal calcio. Solo per due settimane, è vero, ma è molto importante»

Jannik Sinner nel tennis, Tadej Pogacar nel ciclismo: due numeri uno non ci saranno. Pensa facciano bene a non forzare?
«Ci sono dei limiti oltre i quali il corpo non può andare. Dobbiamo ascoltarlo. La salute è tutto per un atleta, che è come un orologio, ha ingranaggi precisi al millimetro».

Il suo lavoro per le Olimpiadi.

«Ho fatto un lavoro simile a quello di un decathleta: fondo per la strada, esplosività per la pista. Ho dormito per sette giorni al Rifugio Maroli, a 2800 metri davanti al Monte Rosa. Telefono staccato, aria gelida, una vista che apre l’anima».

«Non sono timido, ma odio le domande tutte uguali dei giornalisti, odio la pesantezza»

Il Corriere della Sera ha intervistato Filippo Ganna dopo il sesto titolo mondiale. Lei durante le interviste ha la faccia di uno sulla poltrona del dentista. Timidezza o allergia ai giornalisti? Ganna:

«Odio le domande tutte uguali, odio la pesantezza. Non sono timido, se la questione è interessante rispondo volentieri».

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