Il Dream Team Usa è il perfetto prodotto sportivo di consumo: dà alla gente tutto ciò che vuole (Il Guardian)

“Il Team Usa non ha ricevuto il promemoria. Non sono gravati dalle vostre aspettative. Non si tengono svegli la notte preoccupandosi di come si confrontano con il 1992. Non hanno letto i vostri tweet angosciati (con l’eccezione di KD, che quasi sicuramente lo ha fatto ). Il risultato: tre quarti di puro business, un quarto di puro piacere, un potenziale rivale per la medaglia non semplicemente liquidato ma messo da parte con disprezzo, una partita che è stata fondamentalmente concepita all’inizio come una serie di meme”. Ecco in poche righe firmate da Jonathan Liew sul Guardian il miglior riassunto del basket americano calato sui Giochi di Parigi col suo ennesimo Dream Team. Hanno devastato la Serbia di Jokic. E l’hanno fatto – la nota, lo spunto, sono questi – divertendosi da matti.

“E così abbiamo avuto LeBron che si scatenava in campo come un berserker, posseduto da quel tipo di rabbia tipica di LeBron quando ti prende a calci nel sedere, ma lo fa solo per il tuo bene. Abbiamo avuto Steph Curry che ha segnato un tiro da tre senza guardare negli ultimi secondi e se n’è andato mentre la palla era ancora in aria, mentre una guardia di sicurezza lì vicino rimaneva a bocca aperta per lo stupore. Abbiamo avuto Kevin Durant che ha fatto una delle migliori prestazioni di tiro di sempre nella storia del basket olimpico, e lo ha fatto mentre sostanzialmente sorrideva per tutto il tempo”.

“Forse il concetto stesso di basket olimpico statunitense nell’era moderna affonda le sue radici nei piaceri decadenti dell’intrattenimento di massa. Questa è una squadra sportiva costruita come un prodotto di consumo americano, una lezione magistrale su come dare sostanzialmente alla gente tutto ciò che desidera, tutto in una volta, per tutto il tempo che desidera. Ecco i Guardiani della Galassia. E gli Avengers. Guarniti con marshmallow e pezzetti di cioccolato. E bacon. Serviti con cheerleader. E portabicchieri”.