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Irene Grandi: «Pino Daniele mi insegnò a non avere paura delle folle»

A Panorama: «Vasco scrisse per me una canzone, ci incontrammo e già brindavamo, ma io non avevo ancora ascoltato la canzone, che a quel punto non avrebbe potuto non piacermi»

Irene Grandi: «Pino Daniele mi insegnò a non avere paura delle folle»
Roma 01 05 2005 Piazza San Giovanni:Concerto del Primo Maggio "Sviluppo e Legalita" Nella foto Irene Grandi durante la sua esibizione foto Serena Cremaschi Insidefoto

A 30 anni dal suo esordio Panorama intervista Irene Grandi che parla della prima locandina

«Era un collage di quattro fotografie fotocopiate che avevamo appeso davanti al locale. C’ero io con la giacca che di Gianni Poglio mio padre aveva indossato il giorno del suo matrimonio, sotto solo il reggiseno e un paio di leggings… Io e la band che mi accompagnava prendevamo trentamila lire a testa, però eravamo felici, c’era un’atmosfera bellissima in quelle serate. Erano altri tempi: i discografici e i produttori andavano a scovare i talenti nei locali…»

Con Pino Daniele:

«Dopo aver inciso insieme Se mi vuoi, mi ha portato in tour sul palco insieme con lui. Pino mi ha introdotto al grande pubblico delle arene e mi ha insegnato a non aver paura della folla. Credeva nella mia voce e si è speso molto per darmi coraggio. Era unico, scriveva le nuove canzoni in tour e me le faceva ascoltare in anteprima di pomeriggio durante le prove prima del concerto. Ogni giorno aggiungeva una parola, un giro di chitarra, un passaggio di pianoforte. Era molto rispettoso nei confronti della sua ispirazione: quando arrivava, si isolava completamente da tutto e da tutti e componeva».

Il nuovo millennio di Irene è iniziato con una sorpresa, un pezzo scritto per lei da Vasco Rossi e Gaetano Curreri, La tua ragazza sempre: «Il nostro incontro iniziò stappando bottiglie di champagne, un tripudio di bicchieri che tintinnavano tutt’intorno a noi… Il bello è che io non avevo ancora ascoltato la canzone, che a quel punto non avrebbe potuto non piacermi. Una volta sentita, ci ho messo un attimo a comprendere che era azzeccatissima»

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