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Jacobs attento, Noah Lyles a Londra corre i 100 metri in 9″81

«L’obiettivo era scendere sotto i 9″80. Le Olimpiadi? Vivo per gli appuntamenti più importanti, più occhi ho su di me, meglio corro»

Jacobs attento, Noah Lyles a Londra corre i 100 metri in 9″81
Noah Lyles (USA) competes on Menís 100 m Semi-Final during the World Athletics Championships Budapest 23 at National Athletics Center in Budapest, Hungary, on August 20, 2023 - Photo Stephane Kempinaire / KMSP (Photo by KEMPINAIRE StÈphane / KMSP / KMSP via AFP)

Jacobs attento, Noah Lyles a Londra corre i 100 metri in 9″81.

Noah Lyles è in gran forma a pochi giorni dalle Olimpiadi. Il campione del mondo dei 100 metri è in gran forma. Al termine di una gara impegnativa, dove in cinque hanno corso in meno di dieci secondi, Noah Lyles ha vinto i 100 metri al meeting di Londra battendo il suo record personale (9″81). L’americano migliora il suo miglior tempo sul rettilineo di due centesimi, anche se avrebbe voluto fare ancora meglio. «Volevo scendere sotto i 9″ 80. Pensavo che avrei avuto vento come tutti gli altri (-0.3 metri al secondo). So esattamente dove sono prima di Parigi. Vivo per gli appuntamenti più importanti, più occhi ho su di me, meglio corro», ha detto, fiducioso per i giochi.

«Jacobs quando ha riposato, ha corso in 9” 92. I tempi degli americani? Voglio vederli a Parigi» (Rana Reider il coach di Marcell)

«Jacobs quando ha riposato, ha corso in 9” 92. I tempi degli americani? Vedremo a Parigi». Repubblica intervista Rana Reider l’allenatore cui si è affidato Marcell Jacobs.

Proprio nel test preolimpico di Rieti molti si aspettavano un Jacobs più veloce di 10’’08.
«C’è chi vuole vedere un numero, ma a me interessava lavorare su un modello di corsa. Batterie, semifinali e finale in due giorni: come a Parigi. Prima avevamo fatto una settimana di allenamento, poi abbiamo corso in 10 punto zero con gambe molto pesanti. Non ci siamo riposati, ma l’ultima volta che ho lasciato riposare Marcell ha corso in 9’’92. A Parigi saremo veloci».

All’inizio della sua esperienza con Jacobs parlava di ripetere il 9’’80 di Tokyo, addirittura 9’’70.
«Abbiamo già corso in dieci netti? Certo. E quanto fa l’1% di dieci netti? Nove e 9, giusto? Si tratta dell’1% su cui stiamo lavorando. Questo ci divide dal suo miglior tempo di sempre, il 9’’80 della finale olimpica. Siamo sulla buona strada. Marcell ha tutto per essere un due volte campione olimpico».

Cosa l’ha colpita umanamente?
«Lui è semplicemente un bravo, simpatico ragazzo, davvero gentile, e buon padre di famiglia».

«Jacobs è un bravo ragazzo, ho allenato degli stronzi»

Aiuta essere un bravo ragazzo?
«Ho allenato degli stronzi, non erano brave persone, ma hanno fatto grandi cose. Quando Marcell avrà finito con la pista, sarà aiutato dal suo carattere nella vita e con la famiglia. Ora gli serve una sola cosa: correre veloce a Parigi».

Ha studiato il suo corpo martoriato e reimpostato tutta la sua preparazione.
«Se si ripensa al suo 2021, mi sembra che lui abbia avuto successo… Ma poi ha vissuto un paio di anni negativi e ho voluto capire perché, comprendere i punti forti ed eliminare i punti deboli. Finora lui ha trovato un’ottima velocità, ed è stato in buona salute».

Certo gli americani sono stati impressionanti ai Trials, una minaccia al trono di Jacobs.
«Possiamo controllare solo noi stessi, giusto? Io posso controllare quel che fa Marcell. Eugene è un posto speciale, se vuoi fare il record personale corri là. Voglio vedere se Lyles e gli altri faranno gli stessi tempi in Europa». 

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