ilNapolista

Jasmine Paolini: «Un oro olimpico lenirebbe la delusione di Wimbledon? Nì, Wimbledon è Wimbledon»

Al Corsera: «Wimbledon cambia l’esistenza solo a livello di selfie. Lo sport è una scuola di vita, ti aiuta a conoscere altre culture»

Jasmine Paolini: «Un oro olimpico lenirebbe la delusione di Wimbledon? Nì, Wimbledon è Wimbledon»
Londra (Inghilterra) 13/07/2024 - Wimbledon / foto Imago/Image Sport nella foto: Jasmine Paolini ONLY ITALY

Jasmine Paolini intervistata dal Corriere della Sera, a firma Gaia Piccardi.

Una finale a Wimbledon cambia l’esistenza?

«Solo a livello di selfie, per il resto direi di no. La risonanza che ha Wimbledon non ce l’ha nessun altro torneo del circuito, nemmeno il Roland Garros. Mi riconoscono di più, forse».

Quante volte ha rigiocato la partita con Krajcikova nella sua testa?

«L’ho analizzata con il mio coach, Renzo Furlan, la sera stessa dopo cena. Sognare troppo, a volte, fa paura: sono stata vicina a vincere Wimbledon, ma non a sufficienza».

Furlan dice che, sotto pressione, le viene troppa fretta. Quei momenti possono essere gestiti meglio?

«Se lo dice Renzo, mi fido. È vero, però sotto quell’aspetto sono già migliorata. Siamo ripartiti da lì, nel momento in cui, qui a Lucca, abbiamo ripreso gli allenamenti in vista di Parigi. Però la pressione è un fattore che avverti in torneo: i salti di qualità più netti si fanno quando in palio c’è il risultato».

Jasmine Paolini e l’importanza dello sport

Tennis, nuoto, atletica: emerge un team Italia multietnico, molti figli di un genitore straniero, atleti contemporanei e cittadini del mondo. Non ha la sensazione che lo sport viaggi molto più avanti della società?

«Dirò una banalità ma lo sport è una scuola di vita che migliora il mondo. Conoscere culture diverse già da piccoli, e penso alla mia mamma polacca e ai parenti del Ghana, apre la testa. Sentirmi parte di un mix di culture mi fa guardare agli incontri che farò all’olimpiade con ancora più curiosità».

Furlan non sarà a Parigi.

«Ecco, un’altra sfida sarà giocare senza il coach. Renzo mi dice sempre che le partite le prepariamo insieme però poi in campo ci vado io, da sola. Ai Giochi dovrò essere due volte brava».

Un podio olimpico lenirebbe la delusione della finale persa a Wimbledon?

«Sarebbe una grande gioia, una cosa notevole. Però Wimbledon è Wimbledon. La risposta è nì».

ilnapolista © riproduzione riservata