ilNapolista

La fatica Napoli la conosce bene, la frase di Conte suona familiare come un verso di Pino Daniele

Nonostante le facili ironie di juventini e milanisti invidiosi. Intanto le mazzate prese dopo lo scudetto fanno ancora male

La fatica Napoli la conosce bene, la frase di Conte suona familiare come un verso di Pino Daniele
Ni Napoli 26/06/2024 - presentazione nuovo allenatore Napoli / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Antonio Conte

La fatica Napoli la conosce bene, la frase di Conte suona familiare come un verso di Pino Daniele

“Se Conte riesce a far lavorare i napoletani compirà un miracolo come San Gennaro”. Esterno sera, il venticello fresco che fa a cazzotti con questo luglio più caldo di tutti i luglio si ferma. Si sarà pure lui scocciato dei soliti luoghi comuni, stavolta lanciati nelle sabbie mobili dei social dall’invidia di juventini nostalgici o di milanisti delusi per il due di picche. Sempre strisciati sono, penso sotto il nespolo che ha visto festeggiare tutti e tre gli scudetti del Napoli applaudendo con le sue foglie lunghe e affusolate che sembrano le mani di un pianista.

Con lui, con il nespolo, ci siamo dati appuntamento anche quest’estate per trascorrere sotto la sua ombra protettiva qualche settimana di riposo. E già, perché il napoletano – quello emigrante e quello che parte solo per viaggiare – la “fatica” la conosce bene. E quindi quell’“amma fatica’” pronunciato da Antonio Conte nel giorno della presentazione non può che risultare familiare, quasi come i versi di una canzone di Pino Daniele.

La fatica tra Schopenhauer e Mario Merola

Per Arthur Schopenhauer la “fatica” è un valore, quello di affaticarsi e lottare contro gli ostacoli e ciò per l’uomo rappresenta un bisogno proprio come per la talpa quello di scavare. E allora ci sta alla perfezione un Mario Merola che canta ‘o zappatore nun s’a scord ‘a mamma (intesa in questo caso – ci perdonino i puristi della sceneggiata napoletana per l’ardita interpretazione – come fatica della terra, frutto del lavoro). Ma il napoletano conosce bene anche – e passiamo a un altro Antonio, di cognome Gramsci – la “fatica del sapere disinteressato”, la fatica cioè dello studio per interpretare con senso critico le cose della vita, vero motore della “cultura”.

Il nespolo a questo punto si acquieta e pure il vento – rassicurato – torna a lottare contro l’afa. Sul telefono compare un messaggio: è la chat dei tifosi del Napoli in Toscana. Si sta organizzando una “amabile gita sociale” alla Chiesa di San Gennaro di Capannori, in provincia di Lucca. Possibilmente prima che cominci il campionato: perché le mazzate prese dopo lo scudetto fanno ancora male. E perché i miracoli – quelli veri – bisogna lasciarli a chi li sa fare. Per tradizione.

ilnapolista © riproduzione riservata