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La Figc di Gravina ostacolava i tornei giovanili (multa di 4,2 milioni), altro che non nascono i nuovi Mbappé

Ziliani nella sua newsletter commenta la multa dell’Antitrust alla Figc per abuso di posizione dominante nell’organizzazione dei tornei giovanili

La Figc di Gravina ostacolava i tornei giovanili (multa di 4,2 milioni), altro che non nascono i nuovi Mbappé
Gabriele Gravina, President of the Italian Football Federation (FIGC), waves on the red carpet ahead of the 2021 Globe Soccer Awards at the Burj Khalifa in Dubai on December 27, 2021. (Photo by Giuseppe CACACE / AFP)

La Figc di Gravina ostacolava i tornei giovanili, altro che non nascono i nuovi Mbappé. Paolo Ziliani nella sua newsletter dà notizia e commenta la multa di 4,2 milioni comminata dall’Antitrust alla Figc per abuso di posizione dominante nell’organizzazione delle competizioni giovanili. La Figc ha presentato ricorso.

Ecco cosa scrive Ziliani.

Basterebbe questa semplice notizia appena battuta dalle agenzie di stampa – e su cui nessuno naturalmente si sofferma – per prendere il presidente della Figc Gravina per un orecchio e condurlo alla porta a calci nel sedere, magari con la promessa di rivedersi in tribunale dopo avergli fatto causa per danni. Avete presente una delle più divertenti scuse addotte dal presidente per giustificare l’ennesimo disastro della nazionale italiana e mettere le mani avanti sul prossimo tracollo in arrivo, la qualificazione al Mondiale 2026? “Purtroppo – ha detto Gravina – in 60 giorni non nascerà in Italia un nuovo Mbappè”. Vero.

Peccato che anche se nascesse gli sarebbe difficile cominciare a giocare, segnalarsi e imporsi: e sapete per colpa di chi? Per colpa della Federazione Italiana Gioco Calcio: che è stata multata oggi dall’Antitrust di quasi 5 milioni (per l’esattezza 4.203.447,54 euro) per aver ostacolato fin dal 2015 l’organizzazione di competizioni calcistiche giovanili a carattere agonistico abusando della propria posizione dominante, escludendo gli “Enti di Promozione Sportiva” (Eps) e limitando illecitamente la loro attività nel settore delle competizioni calcistiche amatoriali.

Secondo l’Antitrust, la Figc “ha attuato una complessa strategia escludente per rafforzare la propria posizione dominante nell’organizzazione di competizioni calcistiche giovanili a carattere agonistico e per estenderla anche al mercato dell’attività ludico-amatoriale, in cui opera in concorrenza con gli Enti di Promozione Sportiva (Eps)”. La Figc è venuta meno al suo dovere di stipula delle convenzioni richieste dal Regolamento Eps del Coni, in vigore dal 2014, fin da subito: ha così precluso a questi Enti che promuovono l’attività calcistica giovanile l’accesso al mercato dell’organizzazione di tornei e eventi agonistici garantendo il monopolio di queste competizioni solo a se stessa e restringendo e penalizzando l‘intera attività del calcio giovanile.

La Figc ha considerato illegittimamente agonistica – in questo modo impedendola – l’attività amatoriale svolta dagli Eps con bambini e ragazzini fra i 12 e i 17 anni

Cosa ancora più grave, la Figc ha considerato illegittimamente agonistica – in questo modo impedendola – l’attività amatoriale svolta dagli Eps con bambini e ragazzini di età compresa fra i 12 e i 17 anni; e ha poi imposto anche per i bambini al di sotto dei 12 anni il convenzionamento tra Figc ed enti ostacolando e limitando la libera attività agonistica delle associazioni sportive e rendendo necessario per i bambini un doppio tesseramento per partecipare ai tornei organizzati dagli Eps.

In parole povere, per chi non avesse afferrato bene il concetto: dal 2015, e cioè da dieci anni, la Federazione Italiana Gioco Calcio, che Gabriele Gravina guida dal 2018, ha messo i bastoni fra le ruote (o meglio, fra le gambe) di tutti i bambini e ragazzini italiani appassionati di calcio e desiderosi di svolgere attività calcistica, il che significa partitelle e partite vere con i propri coetanei di 8, 10, 12, 15, 17 anni. O meglio, è possibile farlo solo se a organizzare tutto è la Figc: altrimenti tutti a casa a calciare il pallone contro la serranda del garage di papà, magari rompendo il vetro del vicino di casa.

Non è una barzelletta, è tutto vero. E insomma, ripeto: basterebbe questo per mandare a casa una volta per sempre Gabriele Gravina e la sua banda di serial killer del calcio. Lui ci racconta che in Italia non nascono più campioni e il bello è che tutti fanno segno di sì col capìno. Un governo minimamente serio interverrebbe adesso, subito, e manderebbe a casa il presidente Figc che peraltro con i 240 mila euro mensili della Figc e i 150 mila dell’Uefa si è assicurato una ricca pensione. Siamo un Paese finito. Vergogna.

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