“Guardate Popovici e McIntosh, 19 e 17 anni. Uno fa il saggio sulla “perfezione irraggiungibile”, l’altra vince e poi dice che “è stata una buona giornata di lavoro”
Il nuoto dei campioni è (ma è sempre stato) uno sport per giovanissimi vecchi. C’è tutta una generazione di adolescenti e post-adolescenti che già domina, anche alle Olimpiadi di Parigi. Gente che conosce la fatica, persino saggia a tratti. Magari non gli italiani (e Martinenghi Ceccon ormai sono “grandi”, ma Benedetta Pilato non è proprio un robot davanti alle telecamere), però la Faz fa due esempi eclatanti: David Popovici da Bucarest, 19 anni; e Summer McIntosh da Toronto, anni 17.
Sono entrambi campioni olimpici. Sono fuoriclasse assoluti. Ma “né Popovici né McIntosh parlano come adolescenti, nel loro ambiente professionale. Ma come se fossero più vecchi, molto più vecchi. Prendiamo ad esempio Summer McIntosh: a 14 anni si è tuffata in piscina ai Giochi di Tokyo, da allora ha nuotato vincendo tre titoli mondiali, è arrivata seconda nella gara di 400 metri stile libero a questi Giochi e, come detentrice del record mondiale sulla distanza, è entrata in gara come la favorita. E dopo, con la tuta rossa e bianca sul corpo, la bandiera con la foglia d’acero sulla spalla, la medaglia d’oro al collo, Summer McIntosh dice: “Sì, sono molto felice di aver portato a termine il lavoro oggi. Probabilmente è stata una buona giornata di lavoro”.
“Popovici rappresenta più di chiunque altro l’internazionalizzazione del successo nel nuoto. Il duello tra australiani e americani è diventato da tempo una vera e propria competizione internazionale su molte rotte. Ma Popovici con il suo allenatore di Bucarest Adrian Radulescu è nel suo elemento a Parigi: a Tokyo, all’età di 16 anni, ha mancato una medaglia nei 200 metri per due centesimi di secondo, a Parigi ha battuto di un soffio il britannico Matt Richards. Cosa è successo nel frattempo? “Nel 2022 sono diventato davvero veloce. Nel 2023 ho dovuto abituarmi a tutto, cosa che mi ha praticamente sopraffatto. Quest’anno ha iniziato a essere divertente. Mi sono allenato molto duramente. Ci alleniamo quando abbiamo il raffreddore o abbiamo dormito solo due ore perché siamo stressati per le Olimpiadi. Nessuno vede tutto questo. Il pubblico vede solo la gloria, lo splendore delle medaglie. Il nuotatore perfetto? Non esiste. Michael Phelps è stato quello di maggior successo, ma non è perfetto. La cosa migliore che puoi fare è lottare per la perfezione. Non la raggiungerai mai“.