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L’elogio del calcio che fu. Senza acronimi, senza Var (The Athletic)

L’articolo di un tifoso del Newcastle. Passatista, nostalgico, eppure in tanti si riconosceranno nelle sue parole.

L’elogio del calcio che fu. Senza acronimi, senza Var (The Athletic)
Manchester (Inghilterra) 21/05/2023 - Premier League / Manchester City-Chelsea / foto Imago/Image Sport nella foto: Erling Haaland ONLY ITALY

The Athletic si chiede che fine abbia fatto il calcio. Ad essere precisi se lo chiede George Caulkin, tifosissimo del Newcastle. “Era uno sport divertente, cinico, pieno zeppo di errori, le grandi squadre di solito vincevano ed era terreno fertile per gloriosi cliché. Tipo: la classifica non mente mai. Prima c’era affidabilità, si urlava contro gli arbitri sfortunati, ci si infuriava con i giocatori che simulavano, ma quella furia alimentava il nostro tifo, anche quando sbagliavamo. C’era una certa bellezza nel caos“.

Adesso invece, secondo Caulkin, il calcio è solo uno sport fatto di acronimi: “Psr (Regola di profitto e sostenibilità), VAR, Ffp (Financial Fair Play), Nft (Token Non Fungibili)“. “Il calcio nel 2024 è un gioco di asterischi, dove niente è come sembra, dentro o fuori uno stadio“. Aggiungiamo noi il Soat, il fuorigioco semi automatico.

La Premier League è l’emblema del calcio reso complesso

Da tempo si crede che la bolla della Premier League prima o poi scoppi. Ma, come nota The Athletic, “la palla di neve della Premier League continua a rotolare, raccogliendo sempre più denaro man mano che i prezzi dei biglietti aumentano, il costo degli abbonamenti televisivi aumenta, gli orari vengono cambiati senza considerare la convenienza, altre competizioni vengono spostate e marginalizzate, e noi continuiamo ad andare allo stadio e a guardare le partite“.

Non si tratta del solito cliché “era meglio prima“. Nemmeno de “il calcio è uno sport finito“. Piuttosto una presa di coscienza dei cambiamenti che hanno portato a un diverso modo di fruire il calcio, di tifare anche. Per semplificare oggi si festeggia per il pareggio di bilancio della squadra del cuore, non per il fenomeno arrivato dal Brasile per vincere il campionato.

In fondo, il calcio è una questione di fede, non è vero? Il motivo per cui appassionano 11 persone che tirano calci a un pallone indossando una maglia del colore che rappresenta la propria città è uno dei meravigliosi piccoli misteri della vita. Ma quando quel gol entra, provate a dire che ci altre cose più importanti. Importa perché crediamo che sia importante. Non è reale, ma è alchimia“.

Ma, notizia flash, nel 2024 non si può credere più a nulla. Nemmeno a quello che si vede con i propri occhi. “Perché tutto viene esaminato e ricontrollato, quindi non ci fidiamo di ciò a cui abbiamo appena assistito“. Le classifiche sono provvisorie sempre. “Il Manchester City deve ancora affrontare 115 accuse per presunte violazioni finanziarie” e chi sa se revocheranno quelli che in Italia chiamiamo scudetti stravolgendo le classifiche. “Quando inizia la nuova stagione, la classifica è un inganno, ci saranno penalità quasi sicuramente“.

Var e sostenibilità finanziaria hanno creato un sistema protezionistico che si autoalimenta

Il Var ovviamente è sotto accusa.

Ai vecchi tempi – eccola la botta di nostalgia –  gli arbitri commettevano un errore si poteva dire che erano degli imbroglioni, ma finiva tutto lì. Quando il Var commette un errore, è facile che la teoria del complotto prenda piede, perché è impensabile avere avere tutta questa tecnologia a disposizione e continuare a sbagliare lo stesso“.

L’anno scorso il Wolverhampton ne aveva chiesto l’abolizione parlando di “erosione della fiducia” che ha alimentato “accuse di corruzione completamente insensate”. “Avevano assolutamente ragione“.

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