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L’ex fiorettista Garozzo: «Le decisioni arbitrali? La scherma non è il calcio, noi rispettiamo gli arbitri»

Al CorSport: «Gli errori sono stati in buona fede. La Vezzali? Non si tratta di mentalità, la scherma oggi è diversa da quella che faceva lei»

L’ex fiorettista Garozzo: «Le decisioni arbitrali? La scherma non è il calcio, noi rispettiamo gli arbitri»
Parigi (Francia) 29/07/2024 - Olimpiadi Parigi 2024 / scherma / foto Image Sport nella foto: Filippo Macchi

Daniele Garozzo, oro nel fioretto a Rio 2016, intervistato dal Corriere dello Sport. A Tokyo, tre anni fa, fu sconfitto in finale da Cheung. Lo stesso atleta di Hong Kong che pochi giorni fa a Parigi ha sconfitto Macchi in una controversa finale. E proprio sull’ultima finale olimpica dice: «Ci avevo creduto, era quasi fatta», ride il campione nel fioretto a Rio 2016 e argento a Tokyo 2021. A Parigi, pur assente dalle pedane per colpa di un problema al cuore, è sempre al fianco dei suoi compagni.

«Per mantenere il forziere pieno di ori, l’Italia deve rivoluzionare».

Garozzo: «Il nostro sport rispetta l’arbitro»

La finale e il caso arbitri visti da fuori.

«Sicuramente l’arbitro ha preso qualche decisione sbagliata. Ma noi non siamo il calcio e non dobbiamo diventarlo: il nostro sport rispetta l’arbitro e gli errori sono stati fatti in buona fede. Io la penso come Filippo: è stato bravissimo a non attaccarsi agli alibi. Sta crescendo come uomo e come campione. E a lui sono grato perché è il compagno che mi è stato più vicino dopo il mio problema fisico. È il mio fratellino, me lo sono coccolato tanto in questi anni».

La protesta formale dell’Italia non cambierà il verdetto ma aiuterà a livello psicologico?

«Credo cambi molto poco. Piuttosto, sarebbe stato meglio avere un membro arbitrale in Commissione internazionale e su questo la nostra Federazione avrebbe dovuto muoversi prima. La protesta è legittima, però lascia il tempo che trova».

Cosa è mancato in questi primi giorni di gare?

«Una giusta quantità di pressione permette di performare alla grande».

Troppe aspettative sugli azzurri?
«La narrazione è sbagliata. Tutti pensavano che se Marini non avesse vinto l’oro, avrebbe sbagliato tutto. Il ct Cerioni era il salvatore del fioretto e invece ora è sotto attacco. Non è così: loro sono e restano i più forti al mondo, ma incidono troppi fattori. Dopo Tokyo sono piovute tante critiche e altre ne arriveranno, ma io sono certo che festeggeremo diverse medaglie, anche d’oro».

C’è chi accusa il gruppo di mancanza di mentalità vincente? È vero che manca il carattere della Vezzali?
«Non sono d’accordo. La scherma è uno sport diverso da quello che faceva Valentina. Con tutto il rispetto per la più grande campionessa del nostro sport, oggi il livello è cresciuto mostruosamente sia sul piano tecnico che su quello fisico, per non parlare del respiro internazionale. Piuttosto la questione è un’altra».

Garozzo si spiega meglio:

«Se l’Italia vuole continuare a essere il forziere pieno di ori, deve rivoluzionare l’organizzazione interna. Stiamo campando di rendita: merito delle eccellenze sul territorio, dalle società ai maestri, fino agli sforzi dei genitori. Ma manca qualcosa a livello di visione».

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