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Marotta come Bielsa: «I talenti più grandi sono nati nei ceti meno abbienti ma oggi lo sport non è più gratuito»

Al consiglio regionale: «In Lombardia mancano strutture anche se un quarto della Serie A è lombardo con cinque club»

Marotta come Bielsa: «I talenti più grandi sono nati nei ceti meno abbienti ma oggi lo sport non è più gratuito»
Mg Lugano (Svizzera) 12/07/2022 - amichevole / Lugano-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Giuseppe Marotta

Giuseppe Marotta, presidente dell‘Inter, ha parlato della nuova stagione e della nuova maglia su cui sarà cucito lo scudetto e la seconda stella dopo la vittoria del campionato dell’anno scorso. «Indossarla per noi è motivo di grande orgoglio – ha commentato l’ad Beppe Marotta -. Festeggiamo un’annata straordinaria con la vittoria della Supercoppa italiana e dello scudetto».

Nell’aula del Consiglio Regionale, le società professionistiche che si sono distinte nella stagione passata sono state premiate, Marotta ha anche parlato delle società in Lombardia. Le sue parole riportate da Sportmediaset: «Ci sono 9 società professionistiche in Lombardia, cinque di queste in Serie A. Un quarto dell’intero campionato».

Marotta ha anche parlato dell’importanza delle proprietà straniere: «Quattro delle cinque società lombarde in Serie A sono straniere, è un dato che deve far riflettere. Meno male che sono arrivate queste proprietà, ma non dimentichiamoci mai che lo scopo principale è essere un punto sociale per centinaia di ragazzi e ragazze. In Lombardia mancano strutture e lo sport non è più gratuito. A mia memoria i talenti più grandi sono nati nei ceti meno abbienti, negli oratori, e questo ora non è più possibile».

«Meno male che arrivano capitali stranieri, altrimenti il nostro calcio sarebbe a rischio default»

Il presidente dell’Inter Beppe Marotta ha raccontato ai microfoni di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1 le sue sensazioni sull’esordio europeo vincente della Nazionale di Spalletti. Marotta si è anche soffermato su alcuni temi attuali del calcio tra Mondiale per club, calendari intasati e Conte al Napoli. Di seguito alcuni estratti dell’intervista.

Pericolo petroldollari arabi per il prossimo mercato:
«Lo sport rappresenta un grande rilevante patrimonio della nostra Italia, che va tutelato. Non siamo più l’Eldorado del calcio come a inizio anni ’90, oggi rappresentiamo un calcio di transizione. Oggi delle 20 proprietà di Serie A, 10 sono straniere: questo vuol dire che il nostro modello di mecenatismo degli anni 60-70 non c’è più. Dobbiamo prenderne atto, anzi meno male che arrivano capitali stranieri, altrimenti il nostro sarebbe un calcio poco competitivo e a rischio default. Da questo punto di vista è chiaro che questi investitori, come nel caso di Oaktree, manifestano una volontà di mantenere sempre continuità e stabilità nella loro gestione, ma con trasparenza con grande rigidità economico-finanziaria. Mi sembra giusto. No alle spese folli, sì alla valorizzazione giovani: questo è il motto che ci deve contraddistinguere».

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