A Racio Crc: «L’emendamento viene presentato a fine giugno. Perché la mail tre ore prima dell’approvazione? Ho subito minacce, neanche poche»
Giorgio Mulé, deputato di Forza Italia, è la prima firma dell’emendamento al dl sport che voleva cambiare il calcio per cancellare il potere delle lobby nel pallone. Oggi è intervenuto a Radio Crc dopo la modifica parziale intervenuta dopo la minaccia di sanzioni da parte di Fifa e Uefa.
«La reazione di ieri denota quello che fin dall’inizio c’è stato un rifiuto totale rispetto a qualsiasi ipotesi di cambiamento che possa disturbare il manovratore – che in questo caso presiede la Federazione. E che possa intervenire con qualcosa che appartiene alla giustizia e al fatto che da 15 anni si aspetta inutilmente che la Federazione adegui i pesi all’interno del Consiglio Federale. Questo è nemico di qualsiasi atteggiamento che vuole guardare avanti ed è soltanto proiettato in una conservazione del potere e di ciò che oggi viene portato avanti dalla Federazione. È una mancanza di rispetto per il Parlamento, che esprime la volontà del popolo italiano, e dall’altro lato è il tentativo ripetuto di conservare un qualcosa che appartiene più al Medioevo che all’epoca che viviamo».
«La minaccia della Fifa e della Uefa va esattamente nella direzione di ciò che abbiamo detto finora – continua Mulé – L’emendamento viene presentato a fine giugno, 23 o 24 giugno. Se immediatamente dopo questo, ci fosse stato questo allarme democratico sul calcio, io mi chiedo perché la Federazione, la Fifa o la Uefa non abbiano chiesto di essere sentiti dal Parlamento. Perché non hanno inviato al Parlamento una missiva in qualsiasi forma in cui segnalavano questo pericolo? Perché si è atteso di far uscire questa mail tre ore prima dell’approvazione dell’emendamento? È chiaro. Si voleva ancora una volta interrompere questo processo. Grazie a dio siamo uomini liberi e responsabili, per cui la minaccia è stata restituita al mittente perché totalmente infondata».
Mulé ha subito minacce per l’emendamento al dl sport
Le minacce subite:
«Ho subito minacce, neanche poche: basta fare un giro sui social. Se scrivi sui giornali che con l’Emendamento Mulè le squadra italiane sono fuori dalle Coppe, c’è sempre qualcuno che si limita a leggere i titoli e ne ricava un pensiero che poi è falso e quindi mette in atto il suo essere leone da tastiera. Ma questo è secondario. Quello che non cambia di sicuro è che, essendo la norma di buon senso e obbedendo a principi di equità e giustizia, non si è fatto un mezzo millimetro indietro, tanto è vero che è stata inserita in questo provvedimento».
«Perché solo questa parte e non quella dell’autonomia? Perché si tratta di un decreto che si occupa di elezioni delle Federazioni e del Coni. Quindi l’unica parte che per materia poteva entrare era questa delle elezioni, tutto il resto è destinato ad entrare in un provvedimento che verrà emanato di qui ad alcune settimane dal Ministro dello Sport, che con un disegno di legge con carattere d’urgenza farà sintesi rispetto a tutto ciò che si sta dicendo e si è detto della necessità di riformare il calcio. Ma l’atteggiamento di ieri del Consiglio Federale dimostra in maniera solare che qualsiasi innovazione e tentativo di riforma viene respinto per quello che avete asseverato, cioè non vogliono che nessuno si permetta di toccare il loro giocattolo e quindi reagiscono in questa maniera», la conclusione di Mulé.