In conferenza: «Abbiamo il quinto sesto monte ingaggi della Serie A. La coppia Lobotoka e Anguissa una delle più forti in assoluto»

Conte in conferenza stampa dal ritiro di Dimaro, dopo la sessione di allenamento mattutina per il Napoli.
Sei soddisfatto di questo inizio di mercato del Napoli?
«Sul discorso del mercato, come le altre cose, stiamo dando dimostrazione di avere una visione chiara sulle cose da fare. Penso che sia giusto per un club come il Napoli operare sia per il presente che per il futuro. C’è Rafa Marin che è di buona prospettiva, lo stesso vale per Buongiorno. Poi inevitabilmente si ragiona sul presente, per cercare di migliorare quello fatto l’anno scorso. C’è stata un’occasione per Spinazzola e l’abbiamo colta. Stiamo facendo il mercato giusto, poi vediamo».
In questi primi tre giorni sono emerse le scorie dello scorso anno? C’è un lavoro mentale da fare?
«Inevitabilmente le scorie della passata stagione non sono del tutto andate via. È stata una stagione particolare e deludente. Per quanto mi riguarda, ho cercato di metterci una pietra sopra. Ho detto ai ragazzi di non dimenticare la stagione, teniamola lì. Abbiamo quell’esperienza, come abbiamo quella di aver vinto due anni fa. Serve a farci diventare gente più esperta. Il passato è giusto che lo si lasci nel cassetto, ma nell’eventualità della ripetizione degli stessi errori questo cassetto ci rinfrescherà la memoria».
Lei ha parlato di faccia arrabbiata. Qualcuno ci sta mettendo qualcosa in più?
«Ho trovato calciatori molto responsabili, hanno capito gli errori commessi. Quando abbiamo vinto, abbiamo vinto tutti, l’anno scorso abbiamo perso tutti, club, tifosi, giocatori, ma i ragazzi hanno fatto una riflessione e penso di averli ritrovati con più esperienza. Nei loro occhi ho visto un po’ di delusione quando hanno parlato dell’anno scorso».
È parso a tutti come si è presentato Osimhen, molto “dentro” in questi primi giorni
«Dopo aver firmato, la parte più difficile è stata riallineare la situazione e mettere il club Napoli al centro di tutto. Secondo me è una situazione che ci permette di stare un passo in avanti. Mi sono espresso molto chiaramente e quando uno ha delle idee chiare, difficilmente puoi andare contro questo tipo di situazione. Per ciò che riguarda Victor, stiamo parlando di un professionista e top player. Un calciatore con cui ho parlato, Victor sa benissimo ciò che ho detto in presentazione. È un calciatore del Napoli e sa benissimo che deve lavorare e avere il giusto atteggiamento. Ho trovato un ragazzo molto disponibile e con voglia di lavorare. Quando ci sono queste situazioni, quello che accade dopo è tutto relativo. Conta il presente».
Il Napoli è dato come terza probabile vincitrice dello scudetto, una sorta di anti-Inter. Il gap si è ridotto?
«Questo gap in due giorni di lavoro è difficile da annullare. Il gap è stato netto, l’anno scorso ci sono stati 41 punti di distacco dall’Inter, 15 dalla quinta posizione in zona Champions. Quando si fanno delle previsioni bisogna essere ragionevoli altrimenti si cade in qualcosa di non veritiero. Sappiamo che c’è questo margine di distacco. Se n’è andato un giocatore simbolo come Zielinski. Non sappiamo come finirà il nostro mercato, c’è un accordo per cui potremmo eventualmente perdere il calciatore più forte. A me non fanno paura le pressioni o i giochini per mettere pressione a me o alla squadra. Abbiamo il quinto sesto monte ingaggi della Serie A. L’obiettivo è rientrare in Europa, possibilmente dalla porta principale. Se parlassi di altro (di scudetto, ndr) oggi qualcuno dovrebbe internarmi».
Quanto è importante il ritiro?
«Sono tornato a vivere, un ritiro in mezzo alla gente, non mi capitava da tantissimi anni. Sono tornato indietro coi tempi, quando andavi in ritiro in montagna. Ho riscoperto queste emozioni».
Sulle scorie dell’anno scorso
«È inevitabile che dopo un’annata fallimentare che abbiamo avuto. 365 giorni fa ci presentavamo con lo scudetto. L’annata è stata inaspettata. Quando vinci, per vincere intendo scudetto o alzare una coppa, cambiano tutte le dinamiche. Ci sono onori e oneri. Bisogna cercare di maneggiare con cura l’anno dopo la vittoria. Allo stesso tempo è difficile gestire la delusione: vinci lo scudetto e poi arrivi decimo. C’è stato un momento in cui c’è stata tanta negatività in tutta la piazza: dal tifoso al presidente che è stato il primo ad essere profondamente deluso. Quando c’è tanta delusione si pensa che tutto sia sbagliato, ma non è così. Non si può mettere tutto in discussione, altrimenti ci vuole una vita per ricostruire tutto. Da persona seria, l’analisi che ho fatto è che non doveva essere tutto buttato e ricostruito. Ci sono dei valori che non possono essere spariti nel giro di un anno, ecco perché c’è stato il lavoro di riallineamento di tutti in cui il presidente ha svolto il ruolo principale. Penso che si sia instaurato un rapporto molto diretto, dove dirò sempre ciò che penso per il bene del Napoli. L’obiettivo era non distruggere tutto. Cerchiamo di essere equilibrati, ci sono cose di valore che devono essere mantenute soprattutto se l’obiettivo è di tornare a essere competitivi e di restarci».
Che percorso si immagina per la difesa? Quanto può aiutare Buongiorno?
«Ciò che abbiamo fatto sul mercato nella mia testa aiuta a migliorare la rosa e trovare delle pedine che devono essere importanti per presente e futuro. Il fatto di aver preso Buongiorno, molto ambito in Serie A, il fatto che abbiamo avuto l’appeal di prenderlo nonostante il decimo posto, ci deve dare la convinzione che facendo bene le cose abbiamo più possibilità sul mercato. Stiamo facendo le cose nella maniera giusta, io ho chiesto chiarezza».
Di Lorenzo resta, per Kvara non credo ci siano problemi. Lei ha detto “Qui comando io”
«Nell’aspetto tecnico-gestionale dei ragazzi devo avere voce assoluta in capitolo. Il presidente mi aveva promesso questo ed è stato così. Un grande merito va al club, che ha agito bene. Sono due ragazzi perbene. Di Lorenzo si era legato a vita l’anno scorso. Qui si ritorna sul discorso di quanto incida la grande delusione. Sono stato un equilibratore, ho cercato di fargli capire che non potevamo buttare via anni di lavoro».
Sulle soluzioni tattiche in difesa
«Se parliamo da un punto di vista tattico, lavoreremo su un’unica costruzione che può essere usata a 4 o a 3. Per dare un minimo equilibrio si può iniziare in una maniera per dare certezza e poi nel corso del campionato si può cambiare non la costruzione, ma il tipo di pressione. Abbiamo fatto un mercato anche in funzione di questa idea. Buongiorno può giocare a 4 o a 3. Olivera lo vedo anche da braccetto di sinistra. Di Lorenzo può fare il difensore centrale o l’esterno di fascia. Cercheremo di valorizzare le caratteristiche dei calciatori, dando spazio alle qualità di Kvara, Politano, Lindstrom e Ngonge. Per dare libertà a questi fantasisti di venire dentro. Dovremo essere intensi, non voglio una squadra passiva ma che faccia la partita. Poi a parole si possono fare gli scienziati, vorremmo essere dominanti e dire tante cose, poi l’altra squadra è più forte e ti mette là dietro e ti devi mettere l’elmetto, perciò parliamo poco, meno parole e più bello sarà sorprendere».
In questa sua idea tattica, si aspetta dal mercato un centrocampista? Se sì, di quale caratteristiche?
«Lo dico senza mezzi termini, penso che la coppia Lobotoka e Anguissa sia una delle più forti in assoluto. Detto questo, ho avuto modo di vedere Frank oggi. Poi c’è Cajuste, devo essere bravo a tirargli fuori un po’ di cattiveria. Secondo me ha delle potenzialità importanti. Poi abbiamo Folorunsho che vedo in quella posizione. E’ inevitabile che ci dovrò lavorare. In questo ritiro devo fare delle valutazioni. Sono curioso di vedere Gaetano. Cercheremo di fare una squadra che dia fastidio. In questo momento non èin programma un centrocampista, poi vediamo se esce qualcuno. I calciatori devono sapere che alla fine della stagione saranno migliori».
«Partire bene dà fiducia detto questo ho visto partire a razzo e finire… Non è questione di entusiasmo ma di lavorare bene, fare le cose bene e fare qualcosa che sia strutturato per l’intera gestione. Poi ciascuno vuole partire al meglio. Sarebbe importante per la fiducia, l’entusiasmo».
Oriali che ruolo avrà?
«Oriali abbiamo avuto il piacere di conoscerci in Nazionale, mi fu chiesto di essere affiancato da una figura. Mi fu chiesto se avevo amico. Io dissi: non mi interessano gli amici ma persone serie. Mi fu proposto da Tavecchio Lele Oriali. Dopo dieci minuti di colloquio, dissi: è la persona giusta. Siamo stati insieme anche all’Inter. Ho chiesto che mi accompagnasse anche a Napoli. È una persona che potrebbe stare pure a casa sua coi nipoti, con le figlie, invece ha accettato con grande entusiasmo. È un po’ il mio braccio destro nella gestione. Ha scritto la storia. Molto conosciuta nel calcio. Che conosce i tempi. Poche parole ma tanti fatti. Mi aiuterà nella gestione con i ragazzi, con i dirigenti, con il presidente. Per me è molto importante».
Preparazione fisica.
«Appena arrivati, abbiamo fatto allenamento per smaltire il viaggio. Ieri abbiamo iniziato in maniera giusta, l’approccio non può essere subito tostissimo. Abbiamo cominciato da un punto di vista sia tattico sia fisico. Se vuoi avere calcio intenso, aggressivo, devi averlo nelle gambe. Cercheremo di lavorare il giusto. Io penso da calciatore di aver lavorato veramente tanto, non c’è proprio paragone col lavoro di oggi. A volte i calciatori mi chiedono possibile che numero 10 importanti facevano queste cose? Ci vorrà periodo di adattamento a questa metodologia che ha sempre dato grandi frutti. Inseriremo correttivo a livello di stress, di resilienza».
Reparto che deve essere sistemato da subito.
«Non possiamo pensare: subiamo 48 gol, è colpa della difesa o del portiere. È colpa della fase difensiva, magari è stata fatta in maniera non feroce. Forse rispetto a due anni fa in maniera un po’ più superficiale. Mi piace di più meno feroce. Nell’anno scudetto mentalmente c’era più determinazione. L’anno scorso non c’era quella paura, o forse la vittoria ti porta a essere più superficiale nella cura del dettaglio. Dovremmo ritrovare la ferocia di fare due fasi. L’anno scorso abbiamo preso 48 gol, se vogliamo tornare in Europa è impensabile prendere 48 gol».
Raspadori e Lindstrom.
«Lindstrom l’ho incontrato in Champions con l’Eintracht, io ero al Tottenham. Cercheremo di rispettare le sue caratteristiche. Per Raspadori è un calciatore che nella costruzione cui stiamo lavorando non può andare in fascia. Può essere uno dei due sottopunta sia 4-4-2 sia 3-4-3. Poi mi aspetto risposte forte da parte di tutti quanti».