Esercitazioni sulla linea difensiva a 5. Centrocampisti impegnati nel lavoro di precisione con il pallone
Foto dell'account X del Napoli
A Castel di Sangro Napoli è sceso in campo questo pomeriggio per allenarsi. Domani alle 20:00 ci sarà l’amichevole con il Brest.
La prima parte dell’allenamento vede come protagonisti solo i centrocampisti che svolgono lavoro di precisione con il pallone: in campo Lobotka, Anguissa, Folorunsho, Iaccarino e Cajuste.
Alle 18:22 entrano in campo anche gli attaccanti, tra cui Victor Osimhen. I calciatori svolgono esercitazioni sui tiri in porta.
Poi un’altra esercitazione: conclusioni su cross al volo da sinistra e da destra. I difensori si allenano a parte, sul campo secondario dello stadio Teofilo Platini.
Terminata la sessione, escono tutti dal campo. Alle 19:12 entrano in campo i difensori. Rrahmani va in panchina.
La squadra si divide in due gruppi.
- Primo gruppo: Mazzocchi, Di Lorenzo, Buongiorno, Natan e Spinazzola.
- Secondo gruppo: Zerbin, Mezzoni, Rafa Marin, Juan Jesus e Mario Rui.
I calciatori svolgono un’esercitazione difensiva per la linea a 5. Rafa Marin si ferma per una botta alla caviglia, lo staff medico gli applica lo spray, ma lui esce dal campo per non forzare. I difensori concludono la sessione allenandosi anche loro sui tiri.
Conte il miracolo dovrà compierlo nelle teste dei calciatori azzurri
Con Conte a Napoli finalmente si abbandona la mitopoiesi del “bel giuoco”
Un calcio diverso sta finalmente arrivando a Napoli. Invero, nella disputa tra giochisti e resultadisti, la claque azzurra, storicamente, è sempre stata dalla parte dei primi. Adesso, gioco forza, ci si dovrà far piacere caratteristiche e peculiarità ben diverse rispetto a quelle degli ultimi undici anni. Archiviata alla voce “velleitarismi presidenziali” la dittatura del 4-3-3,
indipendentemente dalla guida tecnica, con Antonio Conte torneremo a vedere una squadra con maggiore intensità agonistica, che andrà a cercare battaglia in tutte le zone del terreno di gioco. Si abbandonerà la faccia buona e condiscendente, adottando un tipo di atteggiamento meno molle e sottomesso. Si indosserà l’elmetto e se necessario si dovrà andare in apnea, per sopravvivere.
Questa “restaurazione” riporta il Napoli nella traiettoria di un calcio più concreto, ed a proprio modo evoluto. Ci sarà uno spartito diverso. La squadra dovrà essere in grado di adattarsi alle contingenze. Finalmente si abbandona la mitopoiesi del “bel giuoco”. Un pallone in tribuna ed un fallo tattico, saranno sinonimo di felicità come il panino ed il bicchiere di vino per Albano e Romina. Sarà un Napoli in controtendenza, od in anticipo rispetto ai venti europei che stanno archiviando la stagione lunga del guardiolismo, in nome del centravanti. Un Napoli che vivaddio eviterà il nuovo mantra “facciamo calcio” dell’ormai meme vivente Lele Adani. Anzi si spera che faccia più calci che calcio. Tanto poi vince chi segna, non chi eccelle nel dressage. Ma è in atto una battaglia ideologica, forse generazionale, ma che viene accantonata non appena ci sono i risultati.
Nel Napoli i calciatori attualmente in rosa sono certamente in grado di interpretare ed implementare i concetti del nuovo tecnico, qualche indicazione sul proficuo lavoro di Conte
è emersa dall’amichevole di domenica scorsa contro i campioni di Albania. L’incisivo lavoro dello staff di Conte, sta sfatando anche il falso mito del difficile passaggio dalla difesa a quattro a quella a tre e vicecersa. Si sono sempre concesse cambiali in bianco ai calciatori che provenivano da una difesa a “tre” per l’adattamento ai nuovi codici, come se parlassimo di stregoni di rito voodoo che passavano alla cardiochirurgia. Da questo punto di vista i calciatori del Napoli si sono rivelati molto disponibili e soprattutto reattivi.
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