Non c’è accordo con i broadcaster. Dazn e Sky non vogliono sborsare più di 12 milioni a testa. La Serie B rischia di perdere oltre 10 milioni
Repubblica scrive di seri rischi per la Lega di Serie B. Il campionato cadetto italiano rischia di iniziare senza che nessun broadcaster trasmetta le partite in tv. La Serie B rischia di perdere 10 milioni in base alle trattative, Dazn e Sky non voglio pagare più di 12 milioni per il triennio in discussione.
La Serie B rischia di iniziare senza l’assegnazione dei diritti tv
Scrive Repubblica:
A poco più di due settimane dall’inizio del campionato, la Lega di Serie B non ha trovato un accordo con i broadcaster per la trasmissione delle partite. Il problema è il prezzo: Dazn e Sky, per il diritto di mostrare tutte le gare del prossimo triennio, non vogliono sborsare più di 12 milioni a testa. Col vecchio accordo, scaduto lo scorso 30 giugno, la
Serie B incassava 43 milioni di euro a stagione per i diritti tv. Di questi, 28 li garantiva Sky. Altri 12 arrivavano
da Dazn e dal mercato internazionale, inizialmente affidato a Helbiz, che dopo due stagioni ha smesso di pagare, dovendo affrontare una grave crisi interna. Se le cifre della trattativa saranno confermate, la B perderebbe più di dieci milioni l’anno rispetto al triennio appena concluso, nonostante gli ascolti siano in crescita. Eppure è concreto il rischio che la B possa cominciare senza che i bandi siano ancora assegnati.
Gravina e il sistema di potere con cui controlla il calcio italiano (Il Fatto)
Il Fatto quotidiano, con Lorenzo Vendemiale, racconta il sistema di potere di Gravina e perché il presidente della Figc è sicuro della propria rielezione.
Ma come, invece di cacciarlo dopo una simile figuraccia lo rieleggono? Alla domanda che qualsiasi tifoso si pone in queste ore – ovvero come mai nel mondo del pallone nessuno abbia avuto la dignità (inutile aspettarsela dal diretto interessato) di alzarsi e chiedere le dimissioni – la risposta è semplice: i vertici del calcio italiano sono tutti o alleati o piazzati da Gravina, se non proprio, in certi casi, a libro paga della Figc. Per non parlare dei principali quotidiani sportivi e non, inondati di pubblicità dalla Federazione.
I Dilettanti. Da soli valgono il 34% dei voti e infatti sono sempre stati decisivi nell’espressione del presidente federale: erano guidati dal suo ultimo vero rivale, Cosimo Sibilia, che avrebbe dovuto succedergli in un patto fra gentiluomini che i due avevano firmato, e invece è stato silurato. Al suo posto, Gravina ha ripescato il sempreverde Giancarlo Abete, 73 anni, prima commissario e poi presidente, per controllare l’impero dei Comitati regionali, che anestetizzati con qualche mancetta assistono silenti alla morte del calcio sul territorio, dove ogni anno scompaiono società e tesserati.