Al CorSport: «Non c’è tutta questa differenza tra Serie A e Premier. Il razzismo c’è ancora? C’è nel momento in cui ne parliamo, magari anche questa domanda lo è»

Angelo Ogbonna, difensore 36enne ex Juve e della Nazionale. Ha giocato per nove stagioni al West Ham, vincendo anche la Conference League l’anno scorso. Il Corriere dello Sport lo ha intervistato.
Ogbonna: «Non c’è tutta questa differenza tra Serie A e Premier»
Si parla di Bologna e Fiorentina, chiudiamo quindi il capitolo Premier? Vuole tornare in Serie A? Anche l’Arabia è un’opzione, un’esperienza che vorrebbe fare?
«Non mi piace parlare di esperienza. Io vorrei continuare a giocare a calcio, quindi prima c’è l’aspetto sportivo, poi il resto. Se mi arrivasse un’offerta valuterei tutto, non ho preclusioni tra Italia, Europa o altri Paesi».
Pensa mai al dopo?
«No, io mi sento ancora calciatore. So che ce ne sono alcuni, come De Rossi o Thiago Motta, che già ragionavano sul futuro quando giocavano, ma io non sono così. Fino a che sono nel rettangolo verde penso solo a quello».
E poi c’è Conte.
«Quanto sono felice che sia tornato… Non so se il Napoli possa vincere lo scudetto già ora ma so che se c’è uno che può fare i miracoli è lui».
L’Inghilterra cosa ha rappresentato?
«Casa. A Londra sono nati i miei due figli. Viviamo a Battersea, un quartiere con tanto verde. Mia moglie ed io l’abbiamo scelto per questo, i bambini possono stare molto all’aria aperta e fare sport. Per noi è importante».
Il razzismo c’è ancora?
«C’è nel momento in cui ne parliamo, magari anche questa domanda lo è. Più parole e meno fatti, anche se mi sembra che si stia agendo e le cose stiano iniziando a cambiare».
Quasi dieci anni in Premier non sono da tutti: pensa di essere stato sottovalutato?
«Non sta a me dirlo. Io so che ho lavorato duro, non è stato facile ambientarmi, diventare un difensore così veloce come richiede il campionato inglese. Ma poi ce l’ho fatta e penso di aver avuto, a parte l’ultimo infortunio di due anni fa, la mia continuità».
Tra Premier e Serie A sembra esserci un abisso.
«Manco dall’Italia da 9 anni, non mi sembra ci sia questo divario. O meglio: c’è ma non come dite voi».