Battuta la tennista polacca 6-4, 6-1. Adesso sfiderà una tra la brasiliana Haddad Maïa e la slovacca Schmiedlova
Olimpiadi, Jasmine Paolini batte la tennista polacca Linette 6-4, 6-1 e approda agli ottavi di finale dei Giochi Olimpici di Parigi. Primo set decisamente più combattuto del secondo dove non c’è stata storia. Adesso Paolini sfiderà una tra la brasiliana Haddad Maïa e la slovacca Schmiedlova. Più tardi l’italiana giocherà anche in doppio con Sara Errani.
L’intervista di Paolini al Corsera
Jasmine Paolini intervistata dal Corriere della Sera, a firma Gaia Piccardi.
Una finale a Wimbledon cambia l’esistenza?
«Solo a livello di selfie, per il resto direi di no. La risonanza che ha Wimbledon non ce l’ha nessun altro torneo del circuito, nemmeno il Roland Garros. Mi riconoscono di più, forse».
Quante volte ha rigiocato la partita con Krajcikova nella sua testa?
«L’ho analizzata con il mio coach, Renzo Furlan, la sera stessa dopo cena. Sognare troppo, a volte, fa paura: sono stata vicina a vincere Wimbledon, ma non a sufficienza».
Furlan dice che, sotto pressione, le viene troppa fretta. Quei momenti possono essere gestiti meglio?
«Se lo dice Renzo, mi fido. È vero, però sotto quell’aspetto sono già migliorata. Siamo ripartiti da lì, nel momento in cui, qui a Lucca, abbiamo ripreso gli allenamenti in vista di Parigi. Però la pressione è un fattore che avverti in torneo: i salti di qualità più netti si fanno quando in palio c’è il risultato».
Tennis, nuoto, atletica: emerge un team Italia multietnico, molti figli di un genitore straniero, atleti contemporanei e cittadini del mondo. Non ha la sensazione che lo sport viaggi molto più avanti della società?
«Dirò una banalità ma lo sport è una scuola di vita che migliora il mondo. Conoscere culture diverse già da piccoli, e penso alla mia mamma polacca e ai parenti del Ghana, apre la testa. Sentirmi parte di un mix di culture mi fa guardare agli incontri che farò all’olimpiade con ancora più curiosità».