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Pallanuoto, il ct Campagna: «Quando ho iniziato, la mia situazione non era diversa da quella di Spalletti»

Al CorSport. Ricorda il disastro ai Mondiali del 2009: «Il presidente della Federnuoto mi chiese cosa avremmo dovuto fare. Chiamai anche Sacchi e Velasco»

Pallanuoto, il ct Campagna: «Quando ho iniziato, la mia situazione non era diversa da quella di Spalletti»
Gwangju (Corea del Sud) 25/07/2019 - Campionati Mondiali di Nuoto / Italia-Ungheria / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Sandro Campagna

Sandro Campagna si gode una certa stabilità: alla guida del Settebello già nel 2001, il Corriere dello Sport (con Paolo de Laurentiis) lo intervista alla vigilia dell’Olimpiade di Parigi, 23 anni dopo. Un’avventura lunghissima, cominciata né più né meno come Luciano Spalletti ha cominciato la sua alla guida della Nazionale di calcio: con un risultato imbarazzante nel 2009, ai campionati del mondo di Roma:

«La situazione non era diversa da quella di Spalletti: avevo avuto davvero poco tempo per lavorare, soltanto tre collegiali. Il giorno dopo, il presidente della Federnuoto, Barelli, lesse una mia intervista in cui dicevo che, al di là del risultato, c’erano giovani di qualità per poter avviare una ricostruzione. Mi chiamò al telefono per convocarmi».

Campagna: «Siamo nel gruppo delle squadre che si giocano il podio»

Esonerato?

«Macché. Mi domandò, secondo lui, cosa avremmo dovuto fare».

Risposta?

«Chiesi 15 giorni di tempo. Buttai giù le mie idee su un quadernino e sentii altri colleghi per confrontarmi».

Del mondo della pallanuoto?

«Non soltanto: cercai i migliori. Che in quel periodo erano tre, gli unici in grado di cambiare l’impatto di una Nazionale. Rudic per la pallanuoto, poi Sacchi e Velasco. Ricordo cosa mi disse Julio: “Dai un’idea di gioco e la squadra ti seguirà”».

Previsioni per Parigi?

«Siamo nel gruppo delle squadre che si giocano il podio».

Favorita?

«La Spagna ha qualcosa in più rispetto agli altri, né più né meno come nel calcio. L’ho detto recentemente e lo confermo: vanno studiati bene, perché hanno un modo di difendere molto particolare. Se riesci a colpirli nel momento giusto, si possono battere, altrimenti ti travolgono».

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