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Qualcuno salvi il tifoso di calcio dall’immagine di maschio bianco medio che le pubblicità gli affibbiano (Guardian)

Nell’universo pubblicitario il tifoso diventa “un bovino spesso compiaciuto da un’offerta sulla pizza”. I calciatori invece diventano superuomini

Qualcuno salvi il tifoso di calcio dall’immagine di maschio bianco medio che le pubblicità gli affibbiano (Guardian)
Fans gather as they watch England's team training session in Jena, eastern Germany on June 11, 2024, ahead of the UEFA Euro 2024 football championship. (Photo by Adrian DENNIS / AFP)

Lo stereotipo del tifoso di calcio lo conosciamo tutti: maschio, quasi sempre bianco, etero. Un’immagine che ci è entrata in mente anche grazie alle pubblicità. “I tifosi- scrive Brewin sul Guardian meritano di meglio“.

Televisione, radio, internet, YouTube e persino le vecchie pubblicità di riviste e giornali sono state costellate di rappresentazioni del tifoso di calcio. Riconoscerete il tipo. Di solito è un uomo, anche se gli studiosi di pubblicità hanno ormai riconosciuto che il calcio attrae un pubblico femminile significativo. Di solito sono anche bianchi, anche se, ancora una volta, è stata affrontata una parvenza di diversità. Oltre ad abbracciare questa modernità, quasi certamente indosseranno una maglietta replica e le loro emozioni rimarranno un’equazione binaria“.

Come viene dipinto il tifoso di calcio nelle pubblicità

Il tifoso di calcio, nelle pubblicità, “può solo oscillare tra l’allegria e la desolazione. Per la maggior parte del tempo, essendo un animale bovino e facilmente compiaciuto, ad esempio, da un’offerta di pizza due per uno o da un’assicurazione vacanze più economica, l’esultanza all’unisono è la risposta a quasi tutto. La desolazione è conservata per la sconfitta, un momento di delusione condivisa – con qualche sonoro fischio – anche se spesso può essere risollevata da una fetta di pizza scontata o da un sorso di birra premium. Bevendo responsabilmente, naturalmente”.

I calciatori invece diventano superuomini

Ai calciatori è riservato (chissà come mai) un trattamento diverso, loro sono dipinti come i supereroi innavicinabili dal tifoso medio.

Mentre i calciatori stessi vengono mostrati come quasi superuomini, incredibilmente belli mentre si fanno la barba e propongono filosofie ad alto rendimento, e persino Jack Grealish riesce a fare un cameo in una pubblicità della maionese, un tifoso non può mai essere così sofisticato. Se la profondità della caratterizzazione di un Robert Altman, un cinéma vérité, è irrealistica, forse l’industria pubblicitaria potrebbe un giorno affrontare il fatto che il calcio attira la più ampia fascia della società. Scendendo da un treno del sabato diretto a una partita di Premier League, si potrebbe parlare con giudici distrettuali un minuto, con piccoli criminali il minuto dopo e con tutti i ceti sociali nel mezzo“.

 

 

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