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Reina: «Napoli è un segno importante nella vita. Ogni tanto mi scappa un tweet in dialetto napoletano»

Alla Gazzetta: «Poche cose sono come il mare di Napoli. A Como per dare una mano»

Reina: «Napoli è un segno importante nella vita. Ogni tanto mi scappa un tweet in dialetto napoletano»
Bergamo 30/10/2021 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Lazio / foto Image Sport nella foto: Jose' Manuel Reina

Pepe Reina a quasi 42 anni non ha alcune intenzione di lasciare il calcio giocato. Durante l’intervista alla Gazzetta parla di come può ancora essere utile. Soprattutto al Como che lo ha preso per le sue doti di leadership principalmente. A Pepe sta bene, in Italia ci ritorna volentieri. Fra i ricordi più dolci Napoli e il Napoli tanto che il dialetto se l’è portato anche su Twitter.

Reina: «Poche cose sono come il mare di Napoli»

«Boh! Sarò malato… Mi piace tantissimo il mio lavoro, lo faccio con tanto di tutto: grinta, dedizione, entusiasmo. E ora che mi manca meno, che la “fine” è più vicina, sicuramente me lo godo anche di più. Quindi ogni momento diventa speciale». Pepe Reina, nuovo portiere del Como, non è stufo del calcio alla soglia dei 42 anni e dopo oltre mille partite tra i professionisti.

È vero che twitta in dialetto?

«Ho un sacco di amici napoletani, ogni tanto scappa qualcosa…»

Il lago però, soprattutto d’inverno, non è la stessa cosa del mare di Napoli?

«Poche cose sono come il mare di Napoli, a prescindere. Napoli è un segno importante nella nostra vita, qualcosa di speciale. Comunque, per comodità — le scuole, il calcio dei bambini — si andrà a vivere a San Siro, nella zona che conoscevo quando ero al Milan. Siamo stati fortunati a trovare la casa in fretta».

I patti sono chiari, cioè che farà il secondo portiere, o ha intenzione di giocarsi le sue carte per diventare titolare?

«Ho detto che vengo a dare una mano, in qualsiasi modo. Sicuramente prenderanno un altro portiere per iniziare con lui, però nel calcio ne ho viste tante… Se non sarò io, chiunque giocherà dovrà essere a un grandissimo livello, perché io non mi lamenterò, ma lavorerò più duramente per avere il mio spazio».

Cosa pensa di poter trasmettere a livello mentale e tattico?

«Non lo so, il tempo dirà cosa sono riuscito a fare per la squadra e per il club. Mi ritengo un uomo di mentalità vincente. Sveglio nel capire il calcio e, tatticamente, cosa si vuole fare. Poi sicuramente un tantino di leadership, se non fosse altro per la mia età, me la riconoscono. L’idea è quella di usarla, in positivo, per aiutare i compagni e la squadra a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati».

Impressioni dopo la prima settimana, che aria si respira?

«Ottima. Il Como è una neopromossa, ma anche una realtà».

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