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Sainz: «La Ferrari? Non mi sono sentito apprezzato. Ho vissuto 4 anni a Maranello, ho lavorato in fabbrica»

A Repubblica: «Sono stati due o tre mesi duri. Leclerc? A volte non siamo d’accordo. Torniamo a casa insieme, parliamo, ci chiariamo e dimentichiamo»

Sainz: «La Ferrari? Non mi sono sentito apprezzato. Ho vissuto 4 anni a Maranello, ho lavorato in fabbrica»
Manila Bay (Singapore) 17/09/2023 - gara F1 / foto Imago/Image Sport nella foto: Carlos Sainz ONLY ITALY

Sainz: «Quando in Ferrari mi hanno detto che non avrei continuato non mi sono sentito apprezzato»

La Repubblica intervista Carlos Sainz. Il pilota della Ferrari racconta di non aver vissuto un bel momento quando la scuderia di Maranello ha annunciato che al suo posto sarebbe arrivato Hamilton nel 2025.

Dovrà dare l’addio alla Scuderia.
«Quando mi hanno detto che non avrei continuato beh sì, non mi sono sentito molto apprezzato come mi sarebbe piaciuto. Soprattutto per quello che ho dato io alla Ferrari: sono andato a vivere a Maranello per 4 anni, ho preso casa, sono stato in fabbrica a lavorare per questa scuderia cercando di portarla avanti per vincere insieme».

Invece, non è bastato.
«Sono stati due o tre mesi duri tra gennaio e febbraio, ho vissuto una fase problematica con l’annuncio dell’arrivo di Hamilton e il mio futuro che cambiava. Eppure la vita è così, è un po’ una montagna russa. Ho capito velocemente la situazione, mi sono concentrato a sfruttare il fatto di essere ancora con la tuta rossa. Finché sarà così, darò tutto. Non cambierò la mia maniera di lavorare. Ho iniziato col podio in Bahrain e ho vinto a Melbourne subito dopo l’operazione, è stato un passaggio molto di forza per me e per la mia carriera. Mi ha fatto piacere vedere la squadra felice per me perché sanno quello che ho vissuto».

Sainz sulla mentalità degli spagnoli

Che forza avete voi spagnoli?
«La mentalità del non mollare mai e di spingere al massimo per realizzare i nostri sogni. Noi 25-30enni, ma anche un Lamine
Yamal che a 17 anni è così maturo, abbiamo avuto la fortuna di crescere guardando una generazione di fenomeni come Alonso, Nadal, Xabi Alonso, Xavi Iniesta, Pau Gasol. Punti di riferimento, esempi, maestri. Noi più giovani vogliamo essere come loro».

Pace fatta davvero con Charles Leclerc?
«Non è cambiato il nostro rapporto. Siamo compagni da quattro anni e se si guarda alla nostra storia ci sono stati un paio di episodi a campionato dove non ci siamo trovati d’accordo in pista o ci è capitato qualcosa. Semplicemente, fa parte delle gare e dell’essere una squadra dove entrambi i piloti fanno il giro di qualifica entro due decimi e partono uno a fianco all’altro. Ovvio che ci siano situazioni in cui ti ritroverai in condizioni di lottare per le posizioni ed è lì che la nostra competitività ci porta a confrontarci e a non essere sempre dello stesso parere su alcune cose. Capita, ma dopo torniamo a casa insieme, parliamo, ci chiariamo e dimentichiamo».

Nessun rimpianto?
«È un’analisi che farò con un po’ più di tempo, sono sicuro che se tornassi indietro farei alcune cose diversamente o meglio. Lezioni che mi porterò altrove. Adesso penso a come vincere qui e poi a trovare casa».

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