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Se n’è accorto persino Abodi: “l’Italia si concentra troppo sulla tattica e meno sulla tecnica”

Non è un caso che persino in Nazionale, nota Abodi al Foglio, ci sia qualcuno che sa bene i movimenti in campo, ma fatica a stoppare un pallone

Se n’è accorto persino Abodi: “l’Italia si concentra troppo sulla tattica e meno sulla tecnica”
Italy's Sports and Youth Minister, Andrea Abodi poses prior to the new government's first Cabinet meeting on October 23, 2022 at Palazzo Chigi in Rome. - Far-right leader Giorgia Meloni was named Italian prime minister on October 21, 2022 after her party's historic election win, becoming the first woman to head a government in Italy. (Photo by Andreas SOLARO / AFP)

Se n’è accorto persino Abodi: “l’Italia si concentra troppo sulla tattica e meno sulla tecnica”. Il ministro dello Sport ha rilasciato un’intervista al direttore del Foglio Claudio Cerasa.

Tra le altre cose si sofferma sull’aberrazione culturale che ormai domina in Italia e che notevolmente contribuito al disastro degli Europei.

Ecco un estratto dall’intervista del ministro dello Sport al Foglio:

Ma accanto a questo, dice Abodi, c’è un tema importante, un tema che al ministro sta a cuore, legato al modo in cui i giovani in Italia vengono cresciuti, formati e valorizzati. Dal punto di vista del talento di squadra qualcosa di più che buono esiste e lo testimoniano le vittorie azzurre agli Europei under 17 e 19 e il secondo posto ai Mondiali under 20. Ma ciò che sembra mancare nel calcio italiano, dice Abodi, è “il sistema con cui si individuano, allenano e valorizzano i talenti individuali, con il quale si allenano i giovani ai fondamentali del calcio, tanto più quando ci si trova di fronte a un ragazzo con i numeri”. Abodi dice che l’italia, da anni, “si concentra troppo sul modo in cui i giocatori devono stare in campo, sugli aspetti funzionali, e meno sul modo in cui i giocatori devono trattare il pallone”, e non è un caso che persino in Nazionale, nota il ministro, ci sia qualcuno che sa bene quali siano i movimenti in campo, ma fa fatica a stoppare sistematicamente un pallone. Il talento si promuove investendo sui “maestri”, su chi sa riconoscere il talento, sulla formazione selettiva e qualitativa dei formatori, prima ancora che dei giocatori. Il modello migliora anche evitando che scelte sistemiche vengano messe in discussione dalle singole componenti federali.

Hei Abodi, leggi cosa diceva Allegri sei anni fa 

Il suo discorso alla premiazione per la Panchina d’oro

Cosa si insegna ai bambini? Che il 2 deve dare la palla al 3; il 3 al 4; il 4 al 7. E infine si arriva al 9. E la creatività? Chi insegna al bambino a sviluppare la genialità? Il calcio italiano deve smettere di scimmiottare i metodi dei settori giovanili di altri Paesi. Agli altri piacerebbe copiarci ma non ci riescono perché siamo speciali. Abbiamo doti innate nel confrontarci col pallone. Sono stufo di sentirmi dire “Non vengono fuori talenti”. È vero in parte. L’ultima partita della Nazionale ha dimostrato che l’Italia riesce a proporre giocatori di qualità. Ma sono eccezioni. E spesso sbocciano da soli. Nei settori giovanili si lavora per meccanizzare i giovani. Li trasformiamo in impiegati. Imprigionati in schemi e movimenti fissi. E la creatività? Ce la siamo dimenticata. Torniamo a insegnare ai bambini a giocare divertendosi. Ci sarà il tempo per tattica e tatticismi. Ma difendiamo il nostro dna, la capacità di inventiva. E non è un problema di inseguire o meno vittorie già nelle giovanili. Giocare per vincere aiuta a crescere. Lo spirito deve essere diverso.

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