Resta qualcosa su cui bisogna ancora lavorare. Se Alcaraz ha vinto 12 match su 13 al quinto in carriera, i numeri di Sinner sono ben inferiori
Sinner e il tabù del quinto set: ne ha persi cinque degli ultimi sei. Lo scrive la Gazzetta dello Sport nell’articolo di cronaca e analisi della sconfitta ieri in cinque set ai quarti di finale di Wimbledon contro Medvedev (che Sinner aveva battuto in Austrlia in finale proprio in cinque set, in rimonta).
Scrive la Gazza:
Jannik è abbattuto. L’ennesimo quinto set perso da un top 10 a livello Slam, dopo quello contro Alcaraz a Parigi, fa male.
«Per il momento è dura da ingoiare – spiega dopo aver sbollito un po’ dopo il match –. Era dalla notte che non mi sentivo tanto bene, purtroppo. Non so se sia qualcosa che ho mangiato, comunque non ho dormito bene e sono entrato in campo cercando comunque di dare quello che avevo». Nulla di grave, dunque, probabilmente una congestione: «Sono uscito perché mi girava la testa e il medico ha preferito che mi prendessi qualche minuto per riprendermi. Di certo non volevo mollare, perché l’anno scorso mi ero ritirato già troppe volte e non mi piace».
Sinner: «di sicuro non c’è nessuna magia, soltanto il lavoro»
Il quinto set resta un tabù, qualcosa su cui bisogna ancora lavorare. Se Alcaraz ha vinto 12 match su 13 al quinto in carriera, i numeri di Sinner sono ben inferiori e Jannik ne ha persi cinque degli ultimi sei: «È sempre importante come si comincia il quinto — analizza il numero 1 al mondo, che resterà tale nonostante la sconfitta —. Ho notato che mi hanno sempre fatto il break molto presto quando poi ho perso e allora è difficile poi recuperare. Molto dipende anche da quanto si spende nel quarto. Oggi sicuramente non ero lucido nei momenti chiave della partita. Ne parlerò con il mio team, bisognerà capire se è più una cosa fisica o una cosa mentale, valuteremo tutti gli aspetti e decideremo cosa è meglio fare. Speriamo di crescere e diventare più forte. Di sicuro non c’è nessuna magia, soltanto il lavoro».