Ha cambiato troppi moduli e schemi di gioco, indovinando solo la scelta di Calafiori titolare. A sentire lui in conferenza sembrava che l’unico problema fosse la talpa
The Athletic racconta il terribile Europeo dell’ Italia, soffermandosi sulla famosa “talpa” nello spogliatoio, ultimo capro espiatorio del ct Luciano Spalletti.
L’incubo Italia a Euro2024: le lacune della Nazionale di Spalletti non possono essere giustificate dalla “talpa”
Dopo il pareggio 1-1 nella fase a gironi contro la Croazia a Lipsia, Spalletti è entrato in conferenza stampa con poca euforia, come invece ci si poteva aspettare dopo il gol di Zaccagni al 98′. Ha lasciato l’impressione di un uomo che credeva che tutti fossero pronti per assalirlo. Un leone circondato da cacciatori che puntano il fucile contro. Era alla ricerca della talpa nello spogliatoio. Forse i quattro anni trascorsi in Russia allo Zenit lo hanno portato a vedere spie ovunque. Forse l’essere ricordato come quello che ha fatto ritirare Francesco Totti alla Roma e spogliato Mauro Icardi della fascia da capitano all’Inter lo hanno abituato ai mille confronti che fanno i giornalisti con squadre e giocatori. Ha esultato tanto per il gol di Zaccagni, ma l’intrigo che circonda la talpa ha catturato l’attenzione.
I giocatori che aveva lasciato fuori dall’Europeo hanno postato reazioni sui social dopo l’eliminazione di sabato: Matteo Politano una emoji che raffigura una scrollata di spalle, il fratello di Ciro Immobile ha invece scritto “ora dovrai trovare un altro capro espiatorio”. Nessuno degli attaccanti che il ct ha portato in Germania, ha segnato. Ma in realtà, nessuno dei calciatori rimasti a casa avrebbe spostato l’ago della bilancia. Il talento deve ancora arrivare.
Si parla anche della confusione di Spalletti nei moduli e gli schemi di gioco, come se l’Italia fosse stata un cubo di Rubik:
Mentre i giocatori si trovavano nel tunnel prima del secondo tempo contro la Svizzera, è stato osservato quanto poco si parlassero. C’era molto poco in termini di leadership. Dal match contro la Spagna, Spalletti sembrava giocasse con i moduli e gli schemi come se l’Italia fosse un cubo di Rubik; gli stessi undici non hanno giocato più di 45 minuti insieme. Ogni volta sembrava la prima volta, senza intesa e senza gioco. Nessuno è sembrato fiducioso di prendere le redini in mano, anche dopo essere passati in svantaggio per tutte e quattro le partite, mentre il ct denunciava una “mancanza di personalità”. Bisogna dare una svolta al futuro, che può essere rappresentato dal giovanissimo Francesco Camarda; il centravanti potrebbe fare la differenza negli anni a venire. Le lacune del calcio italiano sono molte e vanno colmate, non sono causate solo da talpe.