A Repubblica: «Volpi non aveva Garozzo (il compagno) fermato da problemi cardiaci? E allora? Io ero in pedana quattro mesi dopo il parto»
Valentina Vezzali intervistata da Repubblica per analizzare la disfatta del fioretto femminile. La sei volte medaglia d’oro alle Olimpiadi (tre individuali) non ha fatto sconti alle azzurre.
Scontenta delle sue compagne?
«Alice Volpi veniva da due Mondiali da protagonista, a 32 anni era la sua ultima occasione per vincere un titolo, la giovane Marta Favaretto, bronzo mondiale, finora aveva fatto benissimo, Arianna Errigo dopo la maternità è rinata, l’ho vista tirare con una leggerezza che prima non aveva. Ma ci vogliono anche testa e voglia. Io, quando ho iniziato, davanti avevo le grandi, mi allenavo con Giovanna Trillini, quattro anni più di me, perdevo e tornavo a casa infuriata. Babbo mi confortava: vedrai che un giorno ne metterai una di stoccata, e poi un’altra. Così è stato, ma io non ho mai mollato».
Errigo ha perso al Var, Volpi non aveva accanto Daniele Garozzo (il suo compagno, schermidore, ndr), fermato da problemi cardiaci.
«E allora? Io sono tornata in pedana quattro mesi dopo la nascita di Pietro, una mamma senza il figlio. Alice come me aveva l’assistenza tecnica della squadra, la cosa che più conta. Certo, ognuna è diversa, ma non credo sia quello ad aver influito. Quanto a Errigo penalizzata dal Var, e lasciamo stare la maledizione della portabandiera, bisogna cercare di non trovarsi in quella situazione, io una volta a Cuba sono stata rimproverata dal maestro Giulio Tomassini».
Vezzali: «se arrivi 14 pari, vince la più debole»
Per quale peccato?
Vezzali: «Vincevo 14-0. Insomma era fatta, me la presi comoda, troppo. Vinsi 15-4 (forse è 15-14, ndr). Tomassini me ne disse di ogni colore e mi urlò: guai ad arrivare sul 14 pari, a quel punto si può prenderle da chiunque e se te la giochi all’ultima stoccata la meno forte vince sempre. E per me era l’americana Scruggs. Detto questo, io non ci sto a perdere nemmeno a briscola».
Eravate il Dream Team d’Italia, ognuna con il suo carattere, non c’era pace tra di voi, vi mandavate a quel paese, ma quell’energia in pedana si vedeva.
Vezzali: «Ho avuto tante avversarie, ma quelle in casa ti spronano più delle altre, complicità e ostilità ti aiutano a non abbassare la guardia. Lo diceva anche Candido Cannavò: la rivalità fa bene. Di Francisca, Errigo, Trillini, eravamo diverse, forse non ci volevamo bene, ma non saremmo arretrate di un metro. C’è un solo segreto, combattere sempre, e vuoi non farlo nel paese dei Moschettieri?».