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Abodi lavora alla modifica per la legge Melandri in vista della riunione della Figc di novembre (Messaggero)

Modificare la Legge Melandri, che fissa la rappresentanza minima di atleti e tecnici rispettivamente al 20% e al 10%, sarebbe una soluzione per uniformarsi all’emendamento Mulè 

Abodi lavora alla modifica per la legge Melandri in vista della riunione della Figc di novembre (Messaggero)
Roma 24/06/2023 - torneo Settecolli / foto Image Sport nella foto: Andrea Abodi

Manovre sotterranee in atto, scrive oggi il Messaggero, a riguardo dell’assemblea della Figc del 4 novembre che si è trasformata da elettiva e ora avrà lo scopo di modificare lo statuto federale per permettere al mondo del calcio di recepire le novità messe in campo dal Dl Sport e, soprattutto, dall’emendamento Mulè che prevede “un’equa rappresentanza nelle federazioni tenendo conto del contributo economico apportato”.

Di conseguenza, riporta Il Messaggero, la Lega Serie A non può partecipare alle elezioni per il nuovo presidente della FIGC con una rappresentanza del 12%. Gravina presenterà un piano il 4 novembre e, per approvarlo, dovrà ottenere il 50% + 1 dei voti. Tuttavia, trovare un accordo sembra complicato. La FIGC è disposta a rivedere le percentuali di rappresentanza: potrebbe aumentare il peso della Serie A tra il 20% e il 25%, riducendo quello dei Dilettanti (attualmente al 34%), della Lega Pro (17%) o degli arbitri (2%). Ma nessuna delle parti coinvolte sembra pronta a cedere.

Una soluzione sarebbe quella di modificare la Legge Melandri, che fissa la rappresentanza minima di atleti e tecnici rispettivamente al 20% e al 10%. Il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ha capito ciò e ha sottolineato che non è necessario un compromesso estremo, ma è fondamentale trovare un equilibrio. Le percentuali sono importanti, ma è essenziale anche stabilire regole di governo, clausole di salvaguardia e profili di autonomia che non compromettono l’unità e l’efficienza del sistema. «Sto lavorando sulla legge Melandri con una nuova norma che non riguarderà solo i diritti audio-visivi o la mutualità di sistema, ma anche le infrastrutture. Cercheremo di fare in fretta, tenendo conto del confronto col Parlamento»

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