Mounir Nasraoui è fuori pericolo. Alla polizia ha dichiarato di aver litigato con i tre uomini nel pomeriggio mentre stava camminando in quartiere tranquillo
Secondo la ricostruzione fornita da La Vanguardia, il papà di Lamine Yamal ha ricevuto delle coltellate da tre individui a Rocafonda, quartiere di Matarò, comune a pochi km di distanza da Barcellona. I Mossos d’esquadra, la polizia catalana, hanno arrestato tre uomini.
Secondo la ricostruzione fornita dal padre di Lamine Yamal, prima dello scontro ci sarebbe stato un alterco nel pomeriggio. I tre lo avrebbero “rimproverato e gettato dell’acqua” mentre camminava tranquillamente. Nasraoui è stato pugnalato due volte all’addome e gli autori sono fuggiti dalla scena a piedi. Alcuni residenti di Rocafonda hanno registrato l’incidente con i loro cellulari.
Il padre del giocatore del Barcellona era stato ricoverato all’ospedale Can Ruti di Badalona. La sua prognosi iniziale era grave, aveva ricevuto due coltellate all’addome. A mezzanotte l’evoluzione del paziente in positivo, fuori pericolo ed era stabile.
Lamine Yamal: «Mi sto abituando a vedere le mie gigantografie sui palazzi di Barcellona»
A soli 16 anni, Lamine Yamal è già una delle stelle di maggior talento del Barcellona. Guadagnatosi un’ovazione al Bernabeu con la maglia della nazionale, l’attaccante blaugrana racconta al “Mundo Deportivo” come sta gestendo la fama precoce e quali sono i suoi obiettivi per il futuro.
Vivi ancora a La Masia. Com’è un giorno normale nella vita di un ragazzo di 16 anni?
«Mi sveglio alle nove, vengo ad allenarmi, finisco, mangio e poi nel pomeriggio faccio lezione qui. Se non ho lezioni private, allora mi riposo».
Che effetto ti fa vedere un edificio gigante a Barcellona con la tua foto per la campagna Adidas?
«Cerco di prenderlo come una conseguenza della mia professione, che è quella di essere un calciatore. Sto cercando di abituarmi e di accettarlo».
L’applauso al Bernabeu
«È un orgoglio essere applaudito da uno stadio come il Bernabeu e giocare con la Spagna. Ne sono molto felice».
A La Masia ti aiutano a controllare la realtà di essere sotto i riflettori?
«Ora sono più sotto controllo, ma soprattutto durante il processo che ti porta in prima squadra ti aiutano a gestire la pressione».