A La Stampa: «Come si dice a Genova “ho dovuto disbelinarle”. Ho insegnato loro a non piangersi addosso». In famiglia sono loro tre
Alice D’Amato, l’oro dell’educazione. La madre: «Non sopporto i bambini maleducati e capricciosi».
La Stampa intervista la madre di Alice D’Amato medaglia d’oro nella ginnastica alla trave.
Un pezzo della medaglia d’oro di Alice D’Amato è anche di questa mamma speciale, Elena Campanella, centro di gravità della famiglia. Titolare di un negozio da hair stylist a Genova, in via Piave, è abituata a rifare il look delle clienti – per le donne la giornata dedicata al coiffeur è una seduta psicologica. Con la stessa abilità ha saputo gestire da lontano la carriera delle figlie (che si sono trasferite all’Accademia di Brescia all’età di 11 anni). E la sofferenza per la morte del padre Massimo.
«Alice è arrivata da poco. L’ho abbracciata, ho pianto, non c’era nulla di più da aggiungere. Sono orgogliosa di ciò che ha fatto. Ceneremo insieme, noi tre, ma nulla di che, a casa tranquille. Servono anche i momenti intimi, di relax. A noi piace così. Ho educato le mie figlie in modo duro ma tra noi c’è un legame fortissimo».
Racconti.
«Sono stata severa quando erano piccine, come si dice a Genova “ho dovuto disbelinarle”…(ride). Non sopporto i bambini maleducati, capricciosi. Le ho cresciute con disciplina, anche se a loro non è mai mancato nulla. Le ho sempre messe di fronte a una scelta».
Ad esempio?
«Se vai bene a scuola non devo farti un regalo, è il tuo dovere. Come il mio è andare a lavorare. Ho insistito sull’istruzione. Mai fatta una giustificazione anche quando avevano una gara nel fine settimana».
Hanno avuto problemi di alimentazione?
«No, si nutrono normalmente. Seguono un regime alimentare ma quando tornano a Genova si concedono la focaccia o la pizza. E un gelato ci sta tutto».
Lei è una donna piena di energia. Quali sono i punti importanti della sua educazione?
«Ho molta grinta e qualcosa ho trasmesso a loro. Ho insegnato ad Asia e Alice a non piangersi addosso. Le ho sempre messe davanti alle decisioni. Quando erano bambine avevano inviti per le feste e dovevano scegliere: o stare con gli amici o andare in palestra. E dicevo a entrambe: “se vai alla festa lasci la ginnastica, perché hai preso un impegno e devi mantenerlo”».
La Spagna vuole imitare il modello Italia nella ginnastica artistica.