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Alla vigilia della prima giornata Conte è un tecnico mesto, come se arrivasse da una fila di sconfitte catastrofiche

Dal Giornale. “Non sprizza entusiasmo da tutti i pori. Il debutto in Coppa Italia gli è già bastato per mandargli di traverso il mese di agosto”

Alla vigilia della prima giornata Conte è un tecnico mesto, come se arrivasse da una fila di sconfitte catastrofiche
Tottenham Hotspur's Italian head coach Antonio Conte speaks during a press conference on February 13, 2023 at the San Siro stadium in Milan, on the eve of the UEFA Champions League round of 16 football match between AC Milan and Tottenham Hotspur. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

Anche il Giornale scrive della conferenza stampa di Antonio Conte alla vigilia dell’esordio del Napoli in Serie A. Per il Giornale, i toni di Conte sono mesti, distanti dalla carica e dall’entusiasmo fin qui annunciato.

Conte non è un tecnico che in questo momento sprizza entusiasmo da tutti i pori

Scrive il quotidiano:

In fondo è lo stesso che se n’era andato dalla Juve perché non ci si poteva sedere al tavolo di un ristorante stellato con dieci euro. Oppure che aveva salutato l’Inter, appena conquistato lo scudetto, perché non era d’accordo con il progetto tecnico. Antonio Conte è fatto così: prendere o lasciare. Con tutti i suoi pregi e tutti i suoi difetti. E certo non potranno sorprendersi a Napoli, se a poche ore dal via della stagione l’ex ct è già molto tranchant sulla situazione del club: «Me ne aspettavo una migliore: pensavo di trovare sorprese positive, ma ho difficoltà a trovarne».

Come viatico alla nuova stagione non c’è male: il Conte che si presenta alla vigilia della prima giornata, onestamente, non è un tecnico che sprizza entusiasmo da tutti i pori. Anzi, i toni sono molto mesti, di basso profilo, come se arrivasse da una fila di sconfitte catastrofiche, e invece non ha ancora iniziato a giocare. O meglio, non ha ancora iniziato il campionato, perché il debutto in Coppa Italia gli è già bastato per mandargli di traverso il mese di agosto, con quel passaggio del turno strappato ai rigori niente meno che al Modena…

Non è stata una conferenza. È stato un funerale

Quella di Conte non è stata una conferenza, è stato un funerale. L’allenatore del Napoli ha polverizzato col napalm qualsiasi ombra di ottimismo. Ha tracciato un quadro tanto fosco quanto realistico. Ha voluto parlare chiaro. Ai giornalisti. Ai tifosi. E ovviamente al club. Dietro l’apparente cordialità e comunanza di interessi, Conte ha rifilato bordate al Calcio Napoli, alla società di De Laurentiis.

Quando gli hanno riportato la previsione di Opta col Napoli all’ottavo posto, non ha fatto un plissé. Ha risposto ricordando che queste statistiche vengono elaborate in base ai parametri.

Sarà un duro lavoro per i tantissimi aedi di De Laurentiis che negli ultimi tempi sono spuntati come funghi. Conte più chiaro di così non poteva essere. Ha chiesto unità. Lo ha chiesto ai tifosi e ai giornalisti. Ha detto che parlare ora di tattica vuol dire non aver compreso la gravità della situazione.

Chi non vuole capire, è libero di farlo. Ma saremmo nei dintorni dell’incapacità di intendere e di volere.

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