A Libero: «Alcuni Under 17 e Under 19 della Spagna vincono gli Europei giocando stabilmente in Nazionale A, questo da noi non accade»

Roberto Samaden, direttore del settore giovanile nerazzurro, riconosciuto a livello mondiale come esempio di struttura che forma e valorizza il talento dei propri atleti. Cosa c’è dietro il modello Atalanta? Libero lo ha chiesto direttamente a Samaden, che da 40 anni si dedica ai giovani e dal 2019 è il responsabile della sezione sviluppo del calcio giovanile per la Figc.
Samaden, direttore settore giovanile dell’Atalanta: « Gasperini tiene d’occhio e coinvolge i giovani»
«Per l’Atalanta il settore giovanile è straordinariamente importante e io stesso posso godere della medesima considerazione del direttore della prima squadra, Tony D’Amico e del direttore dell’Under 23, Fabio Gatti».
C’è altro?
«L’altra cosa che mi ha colpito, potendola osservare da vicino, è la naturale predisposizione di Gasperini verso i giovani, nel tenerli d’occhio e coinvolgerli. Nel nostro centro sportivo capita spesso di trovare Gasperini a bordo campo che segue un allenamento o una partita delle squadre giovanili».
Si dice che l’Italia non produce più talenti, il problema potrebbe essere culturale? Questo calcio ha stancato i nostri giovani?
«È possibile, l’impoverimento è notevole ma la causa del problema non è mai solo una».
Quali e quante ne riconosce?
«C’è più concorrenza, anni fa il calcio era quasi l’unica possibilità che aveva un ragazzo per poter fare sport. Oggi ci sono altre opportunità e inoltre altri interessi catturano i nostri giovani, con il rischio di danneggiarli. Finché praticano un altro sport, fanno il loro bene e quello delle loro capacità motorie, ma il problema sorge quando le alternative allo sport sono legate a uno strumento che non si lancia, non si tira e non si acchiappa, ma che stringendolo tra le mani consente loro di vivere in maniera virtuale quelle che in passato erano esperienze quotidiane legate al movimento».
Perché le nostre nazionali Under vincono? Come mai i giovani forti diventano adulti scarsi?
«Con le nazionali giovanili abbiamo raggiunto grandi risultati grazie a un lavoro partito nel 2010 con Sacchi, sotto l’abile regia di Maurizio Viscidi. Il risultati raggiunti sono frutto del lavoro di club Italia, non certo perché in quelle nazionali abbiamo i migliori calciatori. Altre nazionali hanno calciatori più pronti dei nostri, alcuni Under 17 e Under 19 della Spagna vincono gli Europei giocando stabilmente in Nazionale A, questo da noi non accade».
Mi presenta un progetto di rilancio del calcio giovanile con le 3 colonne principali?
«1) Investimenti nella promozione e nella pratica del calcio nelle scuole, utilizzando per esempio lo strumento del calcio a 5. 2) La creazione di una rete capillare, tecnica e organizzativa sul territorio, che possa essere riferimento per tutto il calcio di base. 3) L’implementazione del sistema di ranking dei settori giovanili, professionistici e dilettantistici. Ovvero la valutazione dei settori giovanili sulla base di alcuni parametri che obbligano le società a investire realmente sui settori giovanili».