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Cahill, il coach di Sinner: «Ci sono stati giorni in cui si vedeva che era fisicamente ed emotivamente provato»

A Espn: «Anche la settimana scorsa, Jannik ha giocato il suo primo match a Cincinnati mercoledì e poi ha assistito via zoom all’intera udienza durata sei ore e mezza»

Cahill, il coach di Sinner: «Ci sono stati giorni in cui si vedeva che era fisicamente ed emotivamente provato»
Italy's Jannik Sinner coach Darren Cahill (R) celebrates his victory against Russia's Daniil Medvedev in the men's singles final match on day 15 of the Australian Open tennis tournament in Melbourne on January 29, 2024. (Photo by David GRAY / AFP) / -- IMAGE RESTRICTED TO EDITORIAL USE - STRICTLY NO COMMERCIAL USE --

Espn ha intervistato Darren Cahill, coach di Jannik Sinner, a proposito del caso di doping che ha coinvolti il numero uno al mondo. Sinner è stato comunque dichiarato innocente. L’assunzione della sostanza proibita è avvenuta in modo inconsapevole. Cahill rivela alcuni retroscena su come sono andati i fatti da marzo fino a ieri.

Cahill: «Dopo il primo match a Cincinnati ha assistito via zoom ad un  udienza durata sei ore e mezza»

«La verità è venuta a galla, Jannik non ha avuto colpe o negligenze, e spero che possa superare questa situazione, giocare e migliorare, mettendosi alle spalle questa sfortunata vicenda. Jannik ha ricevuto la notifica di essere risultato positivo al test di Indian Wells solamente dopo Miami, e subito dopo ci siamo messi a lavoro per risolvere il problema».

A Chris McKendry, giornalista di Espn, sulla vicenda della positività al Clostebol riscontrata da Itia lo scorso 10 e 18 marzo e al relativo scagionamento, Cahill dice:

«Jannik non farebbe mai nulla di intenzionale. Si è trovato in una situazione sfortunata e tutto ciò lo ha logorato fisicamente e mentalmente, ha avuto una tonsillite e ha saltato le Olimpiadi. Jannik è quello che ha sofferto di più, è quello che è dovuto scendere in campo e giocare. Mi tolgo il cappello davanti a lui perché è riuscito anche a ottenere risultati importanti, ma ci sono stati giorni in cui si vedeva che era fisicamente ed emotivamente messo alla prova in campo».

Cahill ha anche spiegato che Sinner ha continuato a gareggiare perché ha chiarito con precisione dove e quando è avvenuto l’incidente. Dopo l’esordio a Cincinnati, Sinner ha sostento l’udienza in video conferenza.

«Anche la settimana scorsa, Jannik ha giocato il suo primo match a Cincinnati mercoledì e poi ha assistito via zoom all’intera udienza con tre membri di Sport Resolutions – il tribunale indipendente londinese che si è occupato della vicenda – che è durata sei ore e mezza».

E Naldi?

«Sono passate 24 ore, finora siamo sopravvissuti giorno dopo giorno. Vedremo cosa accadrà».

Come è possibile questa storia non sia uscita prima?

«Non è uscita perché tutti noi credevamo nella sua innocenza e perché è ciò che Sport Resolutions (il tribunale indipendente) ha applicato al caso. Sinner poteva continuare a giocare e l’Itia avrebbe condotto la sua due diligence».

Essere numero 1 del mondo ha reso il caso Sinner differente dagli altri?

«Non credo, penso che ogni caso venga trattato nello stesso modo. Sicuramente le cose sono un po’ più facili per chi è in alto perché può permettersi di affrontare il caso in maniera giusta e corretta, mentre il 500 del mondo potrebbe non avere i soldi per mettere insieme un team legale».

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