Al Guardian: «Non so se ha il naso rotto. L’avevano avvisata di quanto fosse pericolosa l’algerina».
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L’allenatore di Angela Carini, Alberto Burlina, ha parlato in seguito al ritiro della sua pugile nell’incontro di stamani con Imane Khelif. Anche l’atleta si è espressa, spiegando che non è riuscita a combattere per il forte dolore al naso dopo un pugno subito.
L’allenatore di Carini: «Molti in Italia le hanno detto di non combattere, perché la Khelif è un uomo»
Le dichiarazioni riportate dal Guardian di Burlina:
«Non so se ha il naso rotto; devo parlare con la ragazza. Ma molte persone in Italia hanno provato a chiamarla e a dirle: ‘Non andare, per favore; è un uomo, è pericoloso per te’».
La polemica sull’incontro
È sempre più polemica nel pugilato femminile. La napoletana Carini è rimasta sul ring meno di un minuto, dopodiché si è ritirata. Praticamente non ha salutato l’avversaria che è al centro di polemiche per la quantità eccessiva di testosterone e perchè ha fallito due test di genere. Valori che però per il Cio non implicano alcuna esclusione. Il match è stato preceduto da tante polemiche, non solo in Italia anche se la politica italiana ha alzato molto i toni arrivando anche a dire che si tratta di una transessuale e invece non è vero. È vero, però, che l’algerina ha fallito due test di genere e che siamo in un ambito molto delicato. La competizione deve essere equa. Le donne devono combattere e/o gareggiare con chi ha medesimi livelli di testosterone e superi i test di genere. Ci sembra ovvio. Altrimenti la competizione non è equa.
Dal labiale sembra che la Carini abbia detto: «Fa malissimo». Ma l’Italia è sempre più un caso politico a queste Olimpiadi. Prima le proteste anche di Malagò (che è presidente del Coni ma anche membro del Cio, Comitato olimpico internazionale) per i presunti torti arbitrali (con la risposta piccata della federazione internazionale judo) nel pugilato, nel judo e nella scherma.