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Casini: «Contrasti con la Figc? Un grado di conflittualità nel mondo sportivo è inevitabile»

Al CorSera: «Il calcio ha bisogno di riformarsi su tre ambiti: infrastrutture, risorse e cultura. La Serie Avuole vuole essere riconosciuta come comparto industriale»

Casini: «Contrasti con la Figc? Un grado di conflittualità nel mondo sportivo è inevitabile»
Db Milano 30/06/2022 - assemblea ordinaria Lega Calcio Serie A / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Lorenzo Casini

Lorenzo Casini è stato intervistato dal Corriere della Sera. Il presidente della Serie A ha parlato della necessità della lega di riformarsi, dei contrasti con la Figc e dell’autonomia della Serie A.

Presidente, si è già alzato il grido d’allarme degli allenatori, Gasperini in primis, per il torneo iniziato con la finestra di mercato ancora aperta. È davvero una questione irrisolvibile?

«Non è un tema nuovo. Si potrebbe anticipare l’avvio del mercato a metà giugno, con decorrenza dei nuovi contratti da luglio, e finire prima, ma servirebbe un accordo tra le leghe europee. Ricordiamoci poi che oggi i club della Saudi League possono comprare giocatori fino a ottobre».

Quali sono i settori dove il calcio ha necessità di riformarsi?

«Serve una serie coordinata di azioni su tre ambiti: infrastrutture, con stadi, centri sportivi, impianti pubblici; risorse, riducendo i costi, anche per i procuratori, e aumentando gli introiti; cultura, su giovani e scuole, per recuperare un collegamento che sembra essersi spezzato. Sono tutte proposte dettagliate nel documento di indirizzo che abbiamo presentato nel dicembre 2022 e aggiornato lo scorso febbraio».

Sotto la sua guida è migliorata l’atmosfera tra le società di serie A, ma al contempo è aumentata la tensione e si sono sviluppati i contrasti con la Figc?

«Un grado di conflittualità nel mondo sportivo è inevitabile e appartiene alla sua dimensione “agonale”. Vi sono sempre stati contrasti tra leghe e Figc, anche prima del mio arrivo, e non mi pare siano aumentati, anzi. L’importante è ragionare sempre per istituzioni e non per individualità e restare nell’alveo delle rispettive competenze. La Lega aspira solo a essere più forte e rappresentativa, anche per i benefici che garantisce a tutto il sistema».

C’è chi stigmatizza le invasioni di campo dell’esecutivo a detrimento dell’autonomia dell’ordinamento sportivo.

«Dipende dai temi: quello della governance federale era già regolato dal legislatore. Rivendicare l’autonomia dello sport non significa vedere l’ordinamento sportivo come un’isola scollegata da tutti gli altri ordinamenti giuridici, quello statale per primo, o dai principi generali del diritto. Basti pensare che dopo l’ultimo grado della giustizia sportiva vi è un tribunale amministrativo, cioè dello Stato. Non vi sono contraddizioni tra autonomia e richiesta di interventi dello Stato su determinati temi».

Casini sull’aiuto che si aspetta della politica

Su quali aspetti auspica un aiuto dalla politica?

«La serie A non chiede sussidi, ma un riconoscimento del proprio ruolo come comparto industriale che garantisce un indotto e un gettito fiscale rilevanti. Cito solo tre fasi: gli stadi debbono essere dichiarati opere di interesse nazionale, con procedure iper-accelerate e senza nodi burocratici; i vivai e gli impianti sportivi vanno agevolati con appositi tax credit; una parte importante degli introiti erariali da giochi e scommesse sul calcio deve tornare a chi li produce, quindi alla serie A e ai club».

A fine anno, prima delle elezioni per il presidente federale previste per inizio 2025, si procederà alla nomina del nuovo presidente di Lega. Si ricandiderà?

«È prematuro. Non ho ancora parlato di questo con le squadre. Ne parleremo in autunno. Ora la priorità è arrivare a un nuovo statuto della Figc che riconosca il giusto ruolo della serie A, come indicato da Parlamento e governo».

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