In conferenza: «Quando trovi delle merde hai ancora più difficoltà. Io ho fiducia in questi ragazzi perbene, lavorando possiamo tornare competitivi»
Conte: «Quando parlo di persone perbene parlo di uomini veri. Nelle difficoltà con gli uomini ne esci»
La fiducia di Conte verso i suoi uomini. L’allenatore del Napoli lo ha ribadito in conferenza stampa prima della partita con il Bologna. Il mister ha fiducia nel gruppo squadra perché è formato da persone perbene. O meglio, da uomini veri. In questi casi è più facile uscire dalle difficoltà con il lavoro.
Conte: «Quando trovi delle merde hai ancora più difficoltà»
Ha parlato più volte di un gruppo fatto di persone perbene. Nel calcio essere perbene è un complimento? Manca cattiveria?
«Quando parlo di persone perbene parlo di uomini. A volte puoi trovare delle merde. Invece parlo di persone serie, di uomini veri. Hanno le loro difficoltà, le loro debolezze. Però sono uomini. Nelle difficoltà con gli uomini ne esci. Quando non ci sono hai ancora più difficoltà. Durante la partita non significa che essere perbene non devi dare calci. Parlavo a livello umano. L’importanza di avere un gruppo di uomini. Se in un gruppo hai 2-3 non uomini e ti avvicini più al termine usato prima, e mi dispiace se a qualcuno ha dato fastidio, lì non ne esci. Per questo motivo io ho fiducia in questi ragazzi e lavorando ogni giorno possiamo migliorare tante situazioni per tornare a essere competitivi. Poi non so se lo faremo in una settimana, un mese o un anno, ma ci sono le basi».
Il Napoli col Bologna giocherà un’altra volta senza centravanti e con due centrocampisti due
La settimana di calciomercato dopo la disfatta di Verona è fin qui trascorsa inutilmente. Almeno per quel che concerne le reali urgenze dell’organico. È arrivato l’ottimo David Neres che è certamente meglio di Politano ma almeno in quel ruolo Politano lo avevamo. Comunque ben venga Neres. Per il resto, però, siamo nel pieno dell’oscurità. Scrive il Corriere dello Sport:
A sei giorni dall’analisi nuda e cruda sulla ricostruzione andata in scena alla vigilia della trasferta a Verona, e sette giorni dalla chiusura di piazza affari, Antonio Conte non ha ancora il totem del suo progetto: il nove, appunto. Un ostacolo enorme al decollo, va da sé: per il modo in cui il signor Antonio imposta le squadre e il sistema di gioco, imperniato su un uomo che un po’ pivot, un po’ centroboa e molto centravanti; e perché i numeri, impietosi, attraverso le scene delle due partite con il Modena e con l’Hellas hanno raccontato e confermato quali e quante difficoltà offensive abbia ancora il Napoli: zero gol e zero tiri per Raspadori e Simeone, nelle rispettive esibizioni dal 1’ in coppa e in campionato; e zero anche per Cheddira, l’altro uomo in batteria .