La Wada: “È ironico e ipocrita che l’Usada gridi allo scandalo, quando per anni non ha annunciato casi di doping e ha permesso agli imbroglioni di continuare a gareggiare”
Continua la guerra tra Wada e Stati Uniti accusati di aver insabbiato dei casi di positività al doping (Telegraph)
Continua la guerra tra Wada e Usa. L’Usada è stata accusata di usare due pesi e due misure per i casi di atleti positivi ai test antidoping. L’agenzia statunitense è accusata di aver insabbiato dei casi di positività tra atleti statunitensi.
Ne parla il Telegraph:
“L’agenzia antidoping statunitense (Usada) è stata accusata di usare due pesi e due misure dall’Agenzia mondiale antidoping (Wada), dopo che un membro della sua squadra di sprint alle Olimpiadi di Parigi è stato nuovamente messo sotto i riflettori per non aver superato un test antidoping.
Doping, nuovo attacco verbale tra Wada e Usada
Erriyon Knighton, medaglia d’argento mondiale che gareggerà nella finale maschile dei 200 metri di questa sera, è risultato positivo al trenbolone, un farmaco che migliora le prestazioni, durante un test fuori gara effettuato a marzo. L’Agenzia antidoping degli Stati Uniti (Usada) ha dichiarato che la sostanza contenuta nel campione proveniva da carne contaminata e lo ha autorizzato a gareggiare ai Giochi di Parigi.
Ma in un nuovo attacco verbale di mercoledì sera, la Wada ha anche dichiarato di aver trovato almeno tre casi in cui ad atleti che avevano commesso gravi violazioni delle regole antidoping è stato permesso di continuare a gareggiare per anni.
La notizia del test fallito di Knighton, riportata per la prima volta a giugno, e le accuse di insabbiamento del doping hanno scatenato la reazione furiosa della Chinada, l’agenzia antidoping cinese, che ha lanciato un duro attacco alla sua controparte americana, accusandola di usare due pesi e due misure e di “insabbiare la verità”. Ha inoltre invitato l’Agenzia internazionale per i test (Ita) a intensificare i test tra gli atleti americani di atletica leggera”.
Le relazioni tra Stati Uniti e Cina si sono inclinate “in occasione dei Giochi, dopo la rivelazione che 23 nuotatori cinesi erano stati autorizzati a gareggiare alle Olimpiadi di Tokyo del 2021 nonostante avessero precedentemente fallito un test. La controversia diplomatica tra i due Paesi si è inasprita mercoledì dopo che la Reuters ha riferito che l’Usada ha permesso ad atleti dopati di continuare a gareggiare nonostante il fallimento dei test”.
La Wada ha dichiarato di essere “a conoscenza di almeno tre casi in cui ad atleti che hanno commesso gravi violazioni delle regole antidoping è stato permesso di continuare a gareggiare per anni.
Tra questi tre casi, un atleta di alto profilo, che in particolare ha partecipato a una qualificazione olimpica per gli Stati Uniti, è stato autorizzato a gareggiare fino al suo ritiro nonostante l’assunzione di steroidi ed Epo.
«È ironico e ipocrita che l’Usada gridi allo scandalo quando sospetta che altre organizzazioni antidoping non seguano alla lettera le regole, quando per anni non ha annunciato casi di doping e ha permesso agli imbroglioni di continuare a gareggiare», ha dichiarato la Wada in un comunicato. Ma l’Usada ha risposto alla Wada, accusando l’organizzazione di prendere parte a una campagna diffamatoria“.