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De Gea: «Il gioco con i piedi? Sembra che in porta giochino i centrocampisti»

A Firenze: «La cosa più importante è evitare i gol. So che a Palladino piace giocare dal basso, io credo di essere un portiere completo»

De Gea: «Il gioco con i piedi? Sembra che in porta giochino i centrocampisti»
Db Manchester (Inghilterra) 20/10/2021 - Champions League / Manchester United-Atalanta / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: David de Gea

De Gea: «Il gioco con i piedi? Sembra che in porta giochino i centrocampisti».

David De Gea è stato presentato dalla Fiorentina, ecco alcune domande della conferenza stampa.

Ci racconta se nell’anno di stop aveva avuto offerte? Come rispondere agli scettici?
“Non ho giocato, ma non sono stato fermo. Sono rimasto a Manchester ad allenarmi, quindi a Madrid… Sapevo che un giorno sarei tornato, per giocare ai massimi livelli. Mi sono allenato molto duramente, anche se è complicato farlo da soli. Non volevo ritirarmi. Ho passato dodici anni in un club grandissimo come il Manchester United che è ancora la mia casa, il mio cuore sarà sempre lì. Ho ricevuto offerte ma per me era difficile trovare motivazioni dopo tanto tempo a Manchester. Quindi ho deciso di fermarmi per un periodo”.

Che rapporto ha con il gioco con i piedi? Si ricerca troppo nel calcio di oggi?
“Ci sono tante opinioni… Sembra però che in porta giochino i centrocampisti! Il portiere comunque, se il mister lo chiede e fa giocare dal basso, deve avere anche la qualità con i piedi. La cosa più importante per un portiere però è evitare i gol e io credo di essere completo”.

Cosa le ha detto Palladino? Che impressione le ha lasciato?
“Non ci ho potuto ancora parlare molto ma so come gioca e cosa gli piace di un portiere. Gli piace partire dal basso, attirando gli avversari per creare spazio dietro alle linee avversarie. Credo sia un bel calcio, deve essere coraggioso e lui come allenatore lo è. Dobbiamo migliorarci allenamento dopo allenamento così che l’intesa sia perfetta”.

L’accoglienza del mondo del calcio è una motivazione in più?
“La gente è contenta del mio ritorno, aveva voglia di vedermi rientrare. E credo sia un buon segno, speriamo vada tutto bene”.

Come ha in mente l’impostazione dal basso per evitare errori?
“Non esistono errori di un portiere o di un difensore, è un ingranaggio per cui ci si allena e si fa pratica in allenamento. Il portiere deve avere più opzioni di passaggio, così come il difensore. Quando sbagli, è un errore di tutti”.

Quanto ha inciso una città come Firenze nella scelta della squadra?
“La prima cosa per me è il calcio, se la città è bella meglio. La città è spettacolare, ci sono sempre voluto venire in visita ma come prima cosa contavano la Fiorentina e la Serie A per la mia decisione. Mi ha attirato la squadra, la città in sé e per sé non mi interessava”. 

De Gea è la parabola del calcio moderno: da portiere più pagato del mondo a disoccupato (Telegraph – aprile 2024)

Da quando, 10 mesi fa, David de Gea ha lasciato il Manchester United, ha giocato, per modo di dire, con la sua squadra di eSport Rebels. Per il resto è praticamente sparito dalla circolazione. È senza contratto.

De Gea – racconta il Telegraph – “si è ribellato all’idea che i giocatori senza contratto debbano cogliere la prima occasione. È destinato a restare fuori per un’intera stagione e capire dove finirà sembra sempre più complicato. Ha trascorso la Pasqua alle Barbados con la moglie della pop star Edurne, con la quale si è sposato l’estate scorsa dopo aver lasciato lo United”.

L’anno sabbatico di De Gea è la parabola del calcio moderno: un giocatore passato dall’essere il portiere più pagato al mondo ad allenarsi da solo con un allenatore personale”. “De Gea è l’attuale detentore del premio Guanto d’Oro in Premier League e manterrà quel titolo per altre cinque settimane”.

Poteva andare a gennaio al Nottingham Forest. Ma niente. Hanno preso Matz Sels dallo Strasburgo, per 5 milioni di sterline. All’inizio della stagione si parlava del al Newcastle quando Nick Pope s’è fatto male. Ma alla fine Eddie Howe è rimasto con Dubravka.

Il Real Madrid sembrava la prima ovvia soluzione quando Courtois s’è rotto un legamento. Ma la chiamata del Real non è mai arrivata. Hanno optato per il prestito di Kepa, che da allora ha perso il posto a favore di Lunin.

De Gea guadagnava circa 375.000 sterline a settimana allo United. Ovvero la bellezza di circa 21 milioni di euro l’anno. Insomma, a queste cifre potrebbe andare serenamente in Arabia Saudita. Oppure ce la Mls, scrive ancora il Telegraph. “Con l’avvicinarsi della finestra estiva, De Gea avrà bisogno di quanto segue: una squadra che abbia bisogno di un portiere, che abbia un budget decente per gli ingaggi e che sia all’altezza delle sue stesse ambizioni”. Hai detto niente.

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