Roma sconfitta 2-1 in casa dall’Empoli. Doveva essere la serata di Dybala. “De Rossi in panchina è impotente, inquietante l’inconsistenza in attacco”
De Rossi è solo con la bottiglietta d’acqua, in campo non lo ascolta nessuno (Repubblica)
Ieri sera la Roma ha perso in casa 1-2 contro l’Empoli. Doveva essere la grande serata di Dybala, è stata la prima sconfitta stagionale arrivata dopo il pareggio a Cagliari. Un punto in due partite, come il Milan di Fonseca.
Ecco cosa scrive Repubblica:
Se la partita è solo tra l’entusiasmo di 60 mila persone felici perché Dybala ha detto ‘no’ all’Arabia e a svariati milioni e un Fazzini che è imprendibile, che si diverte in mezzo a una Roma che non ha il suo passo, spaccata, lenta, lunga, confusa in difesa, stordita dalla velocità dell’Empoli, il risultato è che il lieto fine è (per la Roma) un brutto finale. De Rossi in panchina è impotente, a fargli compagnia solo la fedelissima bottiglietta d’acqua, non lo aiuta nessun altro. Non lo ascolta nessuno in campo: la difesa è poco coraggiosa e non accorcia mai, ci sono troppi errori in fase di possesso, inquietante l’inconsistenza in attacco. Il tecnico ha provato a cambiare nel secondo tempo, a mettersi a specchio con la difesa a tre: ma non è la serata di Dybala, non è la sua, non è la serata della Roma, il palo al 93’è simbolico, se non è favola, non c’è neanche il principe azzurro. «Nel calcio di oggi bisogna andar forte e devo essere bravo a scegliere chi va forte», il processo interno avviato da De Rossi.
De Rossi: «Ventiquattro mesi fa il Napoli ha venduto tutti i top e poi alla fine dell’anno ha vinto lo scudetto» (il 17 agosto)
De Rossi ha parlato in conferenza stampa per presentare il match tra Cagliari e Roma. L’allenatore dei giallorossi si è espresso anche a proposito della situazione di Dybala.
Ci sono degli indisponibili per domani e come sarà gestita la vicenda Dybala?
«Non ci sono indisponibili, Paredes giocherà con la Primavera perché è squalificato e ha bisogno di minuti. Siamo contenti di avere questo sostegno dalla Primavera, Paredes giocherà un numero di minuti prestabilito. Dybala? Abbiamo sentito che c’è qualcosa, ma Paulo sta con noi. Tutti i giocatori hanno delle situazioni aperte di mercato, ma Dybala viene con noi, non ci sono problemi ed è convocato».
L’allenatore De Rossi come valuta l’eventuale perdita di Dybala? Da tifoso come si fa a digerire un’eventuale partenza così importante?
«Io non sono più un tifoso, anche se lo sarò sempre. Cerco di trattare con delicatezza argomenti che per i tifosi sono vitali. Forse solo uno più di me può sapere cosa significa essere legati a un popolo. Da allenatore: non posso commentare dei voci, delle chiacchiere, non sono stato parte in causa delle discussioni. Poi ne parlerà Paulo che per me era e resta un giocatore forte. Io quello che dovevo dire l’ho detto alla società e a Dybala, poi non posso più andare oltre. Qui alla Roma nessuno è più importante della Roma, questo è un concetto che non deve essere travisato. Io non ho nessun altro interesse, voglio solo fare la squadra forte perché è l’unica cosa che salva gli allenatori. Io solo quello voglio, se qualcuno ha piacere a buttarla su altri temi mi dovrebbe conoscere. Io voglio che quando la lascerò sarà più forte e in una posizione migliore».
Come si concilia la perdita del giocatore più forte con l’avere una squadra più forte?
«Neanche un dirigente può parlare di queste cose, si tratta di qualcosa in più di semplici voci, ma magari il 2 settembre ne parleremo tranquillamente. Non è che io non voglio parlare di questa cosa, ma al momento non si sa niente, anche un dirigente e Dybala farebbero fatica a parlare di una cosa non compiuta. Io vorrei parlare di meno, anche da giocatore era così. Le conferenze prepartita sono totalmente inutili, non c’è bisogno di una figura comunicativa. Ma se domani entrasse nello staff una persona del genere la valuteremo e magari sarei anche contento. Dybala? 24 mesi fa il Napoli ha venduto tutti i top e poi alla fine dell’anno ha vinto lo scudetto. A volte le squadre anche perdendo dei pezzi si ricostruiscono e rinascono».
Ha percepito il pensiero dei tifosi attorno a determinate scelte di mercato?
«Le scelte sono mie, la società non si fida ciecamente ovviamente, analizzano, ma poi le scelte sono le mie e del direttore. Qui ci lasciano carta bianca, il desiderio di consenso popolare non l’ho percepito. Qui si ha piacere che la gente sia contenta, io anche ho preso insulti sui social e ho le mie convinzioni tecniche».