Il quotidiano spagnolo: hanno cambiato e decentrato la formazione. E i risultati si vedono. Il modello centralizzato è obsoleto
Ginnastica artistica, la Spagna invidia il modello Italia. El Paìs: «Imitiamole se vogliamo crescere».
Ecco cosa scrive El Paìs all’indomani delle medaglie d’oro e di bronzo dell’ Italia (con Alice D’Amato e Manila Esposito) nella trave.
Ecco cosa scrive El Paìs:
Cosa dire della trave? Sfortunatamente, ci sono stati molti errori, cadute e squilibri di diverse ginnaste favorite come Biles, Lee, Voinea, Soares … Tuttavia, Alice D’Amato e Manila Esposito hanno raggiunto l’oro e il bronzo con esercizi molto sicuri e una corretta esecuzione, l’argento è andato alla cinese Zhou. Le due ginnaste italiane hanno dimostrato il notevole miglioramento in questo esercizio eseguito con molta sicurezza e pulizia nell’esecuzione.
Il modello Italia nella ginnastica artistica femminile, con ottimi risultati alle Olimpiadi (seconda nella competizione a squadre, Alice D’Amato quarta nella generale e due ginnaste con medaglia nella trave), attira potentemente l’attenzione e dovrebbe essere un modello da imitare a livello europeo. La crescita dell’Italia nella ginnastica artistica femminile è il risultato di una corretta programmazione elaborata forse per due cicli olimpici. Il modello di lavoro della federazione, del direttore tecnico, dei suoi allenatori altamente qualificati e il lavoro dei club e dei centri sul territorio ha funzionato. Nonostante varie disgrazie come i gravi infortuni (Asia D’Amato e Martina Maggio tra le altre), e anche diversi errori nelle finali di Coppa del Mondo di Anversa 2023 che hanno portato l’Italia al quinto posto, hanno raggiunto prestazioni più sicure delle loro avversarie e sono state superate solo dagli Stati Uniti.
El Paìs: la Spagna ha bisogno di novità nella ginnastica artistica femminile
In Spagna, questo sport ha bisogno di cambiamenti, di novità e di un profondo processo di rinnovamento. La programmazione a medio e lungo termine, il processo di formazione e aggiornamento dei tecnici dovrebbe essere un pilastro per lo sviluppo di una ginnastica artistica femminile con prospettive future. Il modello centralizzato non sembra più un’opzione valida, vista anche l’esperienza della Francia con Nemour, ma un modello obsoleto e ancora di più se i risultati non arrivano. Dovrebbe essere sviluppato in parallelo un programma tecnico con monitoraggio delle ginnaste e formazione adeguata degli allenatori. Motivazione, scambi di tecnici e ginnasti ai fini della formazione, aiuti ai club e risorse sono le basi per creare una struttura che possa raggiungere risultati rilevanti d’alto livello in futuro.
Ricordiamo che la Spagna non si era qualificata per le competizioni a squadre per diversi cicli, ad eccezione di Tokyo 2021. Ora a Parigi ha partecipato individualmente con tre ginnaste, senza raggiungere la finale individuale dei 24 migliori ginnasti o posti nelle finali di specialità come ha fatto lo spagnolo Ray Zapata nel corpo libero (è arrivata settima). È abbastanza chiaro che è necessaria una riflessione e un ripensamento dell’organizzazione. Forse l’esempio dell’Italia aiuterà in questo tanto atteso rinnovamento.